Treviso, un "libro sospeso" per i detenuti del carcere di Santa Bona
Si entra in libreria, si acquista un libro in più e lo si lascia nella cesta dedicata
| Isabella Loschi |
TREVISO - La Libreria Paoline di Treviso, in collaborazione con l’associazione onlus Cittadinanzattiva Treviso e al cappellano del carcere di Santa Bona, don Pietro Zardo, lancia l'iniziativa "Libro sospeso" in favore dei detenuti. “Un regalo da scartare e leggere, poiché “regalare parole è regalare futuro”.
L’idea del “libro sospeso” funziona come il “caffè sospeso”: si va al bar, si prende un caffè e se ne pagano due, destinando il secondo a un bisognoso. Nel caso del libro sospeso, si entra in libreria, si acquista un libro in più e lo si lascia nella cesta dedicata. I libri sospesi, nuovi, si potranno acquistare per tutto il periodo della quaresima alla Libreria Paoline di Treviso, di fianco al Duomo, da domani, mercoledì 2 marzo, fino a Pasqua, che quest'anno si festeggia il 17 aprile. Chi vorrà aderire all'iniziativa, sarà aiutato da una selezione di titoli consigliati. Saranno poi gli operatori e il cappellano delle carceri don Pietro Zardo a ritirare i libri donati e a consegnarli ai detenuti che risiedono nel carcere di Treviso. La raccomandazione, a chi acquista un libro, è di lasciare una dedica o un pensiero autografato.
Il progetto del libro sospeso, già proposto in precedenza in altre città italiane con buona partecipazione, a Treviso ha trovato un'ottima accoglienza da parte del sindaco Mario Conte e del direttore del carcere, Alberto Quagliotto, che ne lodano le finalità. "Si tratta di un'iniziativa molto bella e lodevole, in grado di coinvolgere e dare una possibilità a chi vive l'esperienza del carcere. Penso che in ognuno di noi ci sia un talento e anche chi ha sbagliato più di altri, grazie a questi libri, potrà avere la possibilità di scoprire, riflettere e coltivare una passione. Apprezzo anche l'idea della dedica, che permette di creare un ponte di umanità e di condivisione fra chi dona e chi riceve”, le parole del sindaco Conte.
"È un progetto di grandissimo valore etico e morale - sottolinea il direttore del carcere di Treviso Alberto Quagliotto - con il ‘libro sospeso’ i cittadini possono infatti contribuire a rafforzare la libertà interiore delle persone alle quali è indirizzato. La lettura in carcere può essere davvero un momento di contatto tra due sfere di pensiero: quella dello scrittore e del lettore, in un ambiente dove non il pensiero, ma la quotidiana materialità di muri, porte e sbarre rischia di dominare lo spirito. La lettura diventa pertanto un atto di insopprimibile libertà interiore, ancor prima che naturale veicolo di trasmissione di contenuti di svago, bellezza, profondità".