Escalation di violenza al carcere di Treviso: "Carenza di personale e sovraffollamento"
Casarin ( Fp Cgil): "In servizio 133 agenti di polizia penitenziaria a fronte di 187 previsti. Intervenga il governo per risolvere questa situazione"
| Isabella Loschi |
TREVISO - L’escalation di violenza e aggressioni in danno al personale in servizio dentro il carcere di Santa Bona, riaccende i riflettori sulle criticità della casa circondariale trevigiana. L’ultimo grave episodio è avvenuto lunedì scorso, quando un detenuto del carcere di Treviso, ha incendiato il letto della sua cella per protestare contro le condizioni di vita nella struttura, costringendo la direzione a far evacuare un locale accanto all'infermeria, in cui era ricoverata una quindicina di persone.
Tre, in particolare, le carenze su cui serve subito un intervento, sottolineate dal sindacato Funziona Pubblica Cgil di Treviso: carenza di personale, sovraffollamento e strutture non adeguate agli standard di sicurezza. “Oggi nel carcere di Santa Bona abbiamo in servizio 133 agenti di polizia penitenziaria, a fronte di 187 agenti previsti in organico - fa il punto Marta Casarin, segretaria generale Fp - . A questo si aggiunge il problema del sovraffollamento e il fatto che i detenuti psichiatrici non potrebbero e non dovrebbero stare dentro il sistema carcerario”. Il sindacato chiede subito l’intervento del governo: “Sappiamo che l’amministrazione è impegnata nella risoluzione di questa cosa ma non basta. Per questo - conclude Casarin - chiediamo al governo centrale di mettere le risorse al fine di risolvere questa situazione al carcere di Santa Bona”.
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