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25 novembre 2024

Treviso

Gestione profughi: reperibilità assistenti sanitarie, la protesta del sindacato

"In tutto il Veneto solo l’Ulss 2 Marca Trevigiana ha deciso di mettere in pronta disponibilità queste figure professionali"

| Isabella Loschi |

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Marta Casarin

TREVISO - Pronta disponibilità delle assistenti sanitarie, in Veneto - dopo che la Regione ha dato indicazioni per la gestione dei tamponi e delle vaccinazioni volontarie dei profughi provenienti dall’Ucraina nelle 24 ore dall’ingresso nel territorio.”A richiederla ai dipendenti è solo l’Ulss2 Marca Trevigiana”.

La questione è sollevata dalla Funzione Pubblica di Treviso che considera inopportuno il provvedimento. “Nessun’altra azienda in tutto il Veneto, tra l’altro senza interpellare le organizzazioni sindacali di categoria, ha diramato una circolare come quella dell’Ulss2 che prevede la pronta disponibilità delle assistenti sanitarie e di un tecnico della prevenzione ai quali per la gestione dei profughi viene stabilita la reperibilità fino a fine emergenza - spiega Marta Casarin, segretaria generale Fp Cgil di Treviso -. Una reperibilità che si protrarrà secondo la circolare dell’Ulss per 7 giorni continuativi. A oggi si contano in una mano le assistenti sanitarie richiamate in servizio, ma non abbiamo idea di come la direzione voglia proseguire e dei flussi in arrivo. Tanto che l’ordinanza regionale stabilisce la pronta disponibilità solo per alti flussi in ingresso”.  “Scelte, inopportune e improprie - sottolinea Marta Casarin -, che impattano sulla vita di figure professionali innegabilmente sotto stress da due anni, con grande senso di responsabilità".

"Quello che viene da chiedersi è se dietro questa decisione, che fa leva sul sacrificio dei lavoratori, non si celi nel nostro territorio, a differenza degli altri, un ben più ampio problema organizzativo che coinvolge nel suo complesso l’intero Dipartimento di prevenzione. Chiediamo pertanto ai vertici aziendali un immediato confronto in merito – richiesta già avanzata ma senza ancora nessuna risposta – con le parti sociali, per comprendere le ragioni di tale decisione e le criticità da affrontare, per il bene dei lavoratori e del servizio stesso - conclude Casarin -, nonché per stabilire la provenienza delle risorse a copertura economica dell’impegno aggiuntivo richiesto al personale”.    

 



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Isabella Loschi

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