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28 novembre 2024

Treviso

Oltre 22mila visite e interventi da recuperare: “Non a spese del personale”

Per il sindacato Fp Cgil per recuperare in tre mesi tutte le prestazioni sanitarie "serve una concertazione nell'organizzazione e distribuzione delle risorse"

| Isabella Loschi |

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Marta Casarin

TREVISO - “Bene i 5milioni di euro messi a disposizione della Regione ma la corsa al recupero di visite e interventi non ricada sulle spalle degli organici ospedalieri, già provati dal lungo periodo di emergenza sanitaria”.

Il sindacato Fp Cgil di Treviso esprime preoccupazione in merito al piano dell’Ulss2, illustrato ieri, per recuperare le 16.671 le visite e 5.940 interventi chirurgici in lista d’attesa entro fine anno.

“Ci sono nodi organizzativi sia in merito al personale medico e ospedaliero che vanno affrontati con criterio e senso del quadro occupazionale dentro al quale siamo, considerata l’endemica carenza degli organici” - spiega Marta Casarin, segretaria generale della Fp Cgil di Treviso.

 “Il finanziamento di 5 milioni di euro messo dalla Regione Veneto rappresenta sicuramente una boccata d’ossigeno. Risorse che aspettavamo fortemente ma come verranno impiegate queste risorse e in che tempi resta ancora da definire. L’obiettivo di evadere così tante prestazioni, ben 22mila in provincia (sono addirittura 400 le tac in lista d’attesa), in tre mesi non può prescindere da una puntuale organizzazione e soprattutto non può pesare su lavoratori e lavoratrici, già sfiancati dalla situazione di emergenza sanitaria e ancora oggi impiegati nel farvi fronte”.

“Il recupero delle prestazioni dovrà essere un percorso concertato – continua Marta Casarin –. Chiedere al personale di gestire quotidianamente una media di 250 prestazioni con turni aggiuntivi, su base volontaria, tenendo aperti gli ambulatori il sabato e la domenica e le sale operatorie in orario serale, non si rivelerà una strategia vincente se non grazie a un’ottimale gestione dei Cup, nell’integrazione tra strutture sanitarie pubbliche e private del territorio e procedendo a un’organizzazione che tuteli la qualità dei servizi e delle prestazioni, nonché di variabili come le quarantene e le eventuali sospensioni dei no vax”. Ad oggi sono 120 gli operatori sanitari, dipendenti dell'azienda sanitaria, non vaccinati contro il Covid che rischiano di essere sospesi il prossimo 13 ottobre se non procederanno con l'immunizzazione.

 

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