Motta, imparano a guidare la barca a vela in acque libere, l'ultima frontiera della riabilitazione
Venerdì a Mestre l'ultimo atto di un percorso riservato a pazienti tetraplegici iniziato all'ospedale mottense Oras
MOTTA DI LIVENZA - VELA 4 ALL finalmente in acque libere: dopo un mese di lezioni e allenamenti, il progetto congiunto dell’Ospedale Riabilitativo di Alta Specializzazione (ORAS) di Motta di Livenza e dell’Associazione “Lo Spirito di Stella” ha portato tre pazienti in riabilitazione presso la struttura mottense alla prima uscita in mare in autonomia, ospiti del Circolo della Vela di Mestre.
ORAS è la struttura d’eccellenza del Sistema Sanitario regionale, specializzata nella riabilitazione cardiologica, pneumologica e neuro-muscolare. Il progetto VELA 4 ALL, presentato lo scorso 9 maggio, si inserisce in una logica d’innovazione e di ricerca che ORAS applica alla riabilitazione.
Il percorso sportivo e riabilitativo ha visto i soggetti prendere parte a tre giorni di allenamenti a settimana per sei settimane, con istruttori della Lega Navale e de Lo Spirito di Stella: di mattina si è svolta la formazione teorica completa, con cui i pazienti hanno appreso le regole nautiche, il comportamento del vento, le caratteristiche del natante e la terminologia velica, mentre di pomeriggio hanno provato la simulazione di guida di una barca a vela Hansa, una tipologia di imbarcazione inclusiva introdotta in Italia da Andrea Stella e dalla società Upsail di Erwin Linthout, riproducendo grazie alla base mobile e a una macchina del vento tutte le possibili situazioni in acque libere.
«È la prima volta in Italia che si realizza un’iniziativa così complessa all’interno di una struttura ospedaliera – spiega il presidente di ORAS prof. Paolo Pauletto – e dobbiamo ringraziare anche la Diocesi, che ha messo a disposizione la chiesa interna alla nostra struttura per allestire un’imbarcazione Hansa classe Liberty, perché quello era l’unico spazio con un’altezza adeguata a contenere l’albero. VELA 4 ALL è un progetto in linea con le ricerche che stiamo conducendo in ORAS, volte al miglioramento della condizione di vita delle persone con paraplegia o tetraplegia, per un completo reinserimento familiare e sociale. In un percorso come questo, in particolare, il fattore umano è fondamentale: per i nostri pazienti, che sono al centro dell’iniziativa, ma anche per il personale medico e infermieristico, per fisiatri, fisioterapisti e per tutti i professionisti che sono chiamati a migliorare la qualità di vita dei pazienti anche dopo la dimissione dall’ospedale. Sono convinto che questa esperienza fortifichi la nostra capacità d’innovazione e costituisca un punto fermo per altre istituzioni nazionali e internazionali che operano con questo tipo di pazienti».
«Iniziative come VELA 4 ALL aiutano l'innovazione e la ricerca nel campo della riabilitazione funzionale e delle unità spinali: forniscono infatti tanti nuovi dati statistici su prassi, percorsi e risultati, che possono rivelarsi fondamentali per la costruzione di un futuro migliore per i pazienti», commenta il prof. Stefano Masiero, presidente del Comitato Scientifico di ORAS e direttore della Scuola di specializzazione in medicina fisica e riabilitativa dell’Università di Padova.
Grande soddisfazione per la prima uscita in acqua anche da parte di Andrea Stella, velista e armatore paraplegico nonché fondatore dell’associazione “Lo spirito di Stella” per l’inclusione di persone con disabilità nello sport velistico: «Che emozione vedere questi ragazzi governare una barca da soli! VELA 4 ALL è il coronamento di un sogno: quello di permettere anche alle persone con una grave disabilità di navigare in autonomia. Un’idea resa possibile dall’unione delle competenze veliche della Lega Navale e dello staff de Lo Spirito di Stella con quelle mediche dell’U,O. Recupero e Riabilitazione Funzionale del dott. Humberto Cerrel Bazo, e di tutta l'equipe organizzativa di ORAS, coordinata dall'A.D. Orianna Romanello. L’obiettivo condiviso è quello di mostrare nuove prospettive di vita ai pazienti in riabilitazione».
Visibilmente felici anche i tre pazienti, al termine della loro prima prova: «In mare siamo tornati a respirare un grande senso di normalità: è un ambiente libero e senza barriere. Questo progetto ci sta aiutando a riprogrammare la nostra vita in un altro modo: guidare imbarcazioni personalizzate sulle nostre capacità ci insegna che, attraverso l’assistenza di chi ci è vicino e vari adattamenti specifici alla nostra nuova condizione, tutto è ancora possibile. Possiamo fare ancora tanto, basta avere coraggio e perseveranza. E poi per l’occasione abbiamo ricominciato a studiare con passione, perché c’è in noi la curiosità di capire come andare avanti, come utilizzare al meglio ciò che abbiamo a disposizione. Reimpariamo ogni giorno».
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