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01 novembre 2024

Nord-Est

Fallito il centro commerciale, sequestrati 7 milioni di euro

Al vaglio delle Fiamme Gialle possibili false informazioni nei bilanci societari e l’emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Fallito il centro commerciale, sequestrati 7 milioni di euro

VENEZIA - La Procura della Repubblica di Venezia ha delegato la Guardia di Finanza all’esecuzione di un provvedimento finalizzato al sequestro preventivo di beni mobili, immobili e disponibilità finanziarie per circa 7 milioni di euro nei confronti di 2 aziende e 8 persone fisiche coinvolte nel fallimento di una società già proprietaria di un noto centro commerciale ubicato nella provincia di Venezia.

L’operazione odierna si pone al termine di una complessa attività investigativa, diretta dalla locale Autorità Giudiziaria ed eseguita dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Venezia, che ha consentito di raccogliere elementi indiziari a carico degli amministratori dell'impresa, configuranti possibili violazioni penali di carattere societario e tributario, nonché alla Procura della Repubblica di richiedere al Tribunale il fallimento della società.

La gravità degli elementi emersi in ordine alle ipotesi distrattive dei beni aziendali, delle false informazioni nei bilanci societari e dell’emissione/utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ha indotto la Procura della Repubblica ad avanzare all’Ufficio G.I.P. del Tribunale di Venezia richiesta per l’applicazione di misure cautelari sia personale che reali, che, tuttavia, venivano rigettate.

Avverso tale rigetto, la Procura della Repubblica di Venezia ha proposto istanza di riesame al Tribunale di Venezia che, in quasi sostanziale accoglimento dell’originaria proposta, ha disposto il sequestro preventivo sia per equivalente che diretto, per complessivi euro 6.858.891,96 e gli arresti domiciliari per 3 soggetti.

Tale ultima misura cautelare di natura personale non è ancora esecutiva attesa la possibilità per gli indagati di proporre ricorso presso la Corte di Cassazione.

 



Gianandrea Rorato

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