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19 gennaio 2025

Nord-Est

Crac startup da due milioni, sequestri a due indagati

Indagine delle Fiamme Gialle, divieto di espatrio per uno dei due imprenditori

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Crac startup da due milioni, sequestri a due indagati

PADOVA - La Guardia di Finanza di Padova ha eseguito un'ordinanza di divieto di esercitare attività imprenditoriali emessa dal Gip di Rovigo nei confronti di due indagati, coinvolti nelle vicende di quattro società di capitali operanti nel settore del commercio di materie plastiche e del noleggio di veicoli, di cui una fallita nel maggio del 2021.

Il provvedimento ha la durata di 12 mesi; a uno dei due indagati è stato prescritto anche il divieto di espatrio, poiché ha alcune attività nel Regno Unito. Eseguito inoltre il sequestro preventivo di due abitazioni, cinque terreni e due motociclette di interesse storico e collezionistico, nonché delle disponibilità finanziarie presenti su 19 conti correnti. Le indagini, svolte dalle Fiamme Gialle di Este (Padova), hanno interessato una società di capitali che, prima di maturare un passivo fallimentare di oltre 2 milioni di euro, aveva operato in un capannone della bassa padovana, affermandosi negli anni dal 2014 al 2018 come start-up nel commercio di materie plastiche.

Dal 2019, con una nuova governance, la società fallita ha esteso il proprio core business anche all'attività di noleggio di veicoli, condividendo con altre tre società degli stessi amministratori i propri spazi aziendali, di recente utilizzati anche per il deposito di materiali destinati al confezionamento di tabacchi di contrabbando.

Il fallimento, secondo gli accertamenti, sarebbe stato causato dall'occultamento dei guadagni del noleggio, riscossi "in nero" nel 2019 e nel 2020; le spese, oltre 350 mila euro, sono state esclusivamente sostenute dall'azienda fallita. Nel 2021, quando il dissesto era già noto, l'impresa decotta è stata spogliata dei beni aziendali in una quarta società costituita ad hoc per rivenderla ad acquirenti ignari. I beni sottratti in questo modo hanno generato un indebito profitto di 60 mila euro per gli amministratori, confluito a più riprese su un nuovo conto corrente aziendale. Nei confronti dei due la Procura della repubblica di Rovigo ipotizza i reati di bancarotta patrimoniale e documentale aggravata e per condotte di autoriciclaggio.

 



Gianandrea Rorato

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