TREVISO - E’ mancato a 79 anni il prof. Paolo Pecorari, docente emerito di storia economica all’università di Udine, trevigiano residente a Preganziol. I titoli accademici del prof. Pecorari sono lunghissimi. Tra gli altri faceva parte della Deputazione di storia patria delle Venezie e di quella del Friuli, dell’Ateneo di Treviso, dell’Ateneo veneto, dell’Accademia galileiana di Padova, dell’Istituto veneto di scienze e lettere, dell’Istituto Pio Paschini di Udine.

Pecorari ha dedicato la sua intensa attività di studioso all’analisi della società economica tra Otto e Novecento con un apparato librario di 140 titoli all’attivo. Tra gli autori che sono stati oggetto della sua importante ricerca vi sono Luigi Luzzatti e Giuseppe Toniolo, oltre a studi sulla moneta e le banche.

«La storiografia veneta – scrive il presidente della Deputazione di storia patria per le Venezie Gian Maria Varanini – e la nostra Deputazione perdono un amico affabile e cortese, un valente studioso del pensiero sociale ed economico fra Otto e Novecento, sempre estremamente attento alla società veneta contemporanea nelle sue varie componenti (clero e laicato cattolico) e alle sue istituzioni, specialmente quelle bancarie».

Una delle peculiarità che colpivano della personalità del prof. Pecorari era la modestia e gentilezza con cui si proponeva ad amici e pubblico. Riservato, mai sul palcoscenico della ribalta, era stimatissimo per i suoi studi in tutte le università italiane. I suoi lavori hanno esaminato in profondità gli aspetti economici di un periodo critico per la società italiana. Per la storiografia trevigiana ha curato il volume in occasione dei cento anni della Vita del popolo (1892-1992).

«Ho incontrato qualche volta il prof. Pecorari alle assemblee della Deputazione – ricorda il giornalista e storico Sante Rossetto – dove ho potuto constatare la grande considerazione che godeva tra gli accademici veneti. Ma ciò che mi lasciava sorpreso era la squisita gentilezza che mostrava anche verso quei soci che non erano certo alla sua altezza scientifica e culturale. Quasi a volersi scusare della sua bravura mettendo a proprio agio chiunque dialogasse con lui. Purtroppo era poco conosciuto in ambito trevigiano, ad eccezione, forse, di quello cattolico. Ogni lavoro sul Toniolo, adesso, ma anche sul Luzzatti non può prescindere dalle sue ricerche».