“La Regione regala 10 mila ettari di terreni ai cacciatori nonostante i proprietari ne richiedano il divieto di caccia”
Divieto di caccia su terreni di proprietà, scatta l’interrogazione delle minoranze in Regione
VENETO - “Numerosi cittadini mi hanno segnalato di aver ricevuto il diniego alla domanda, con motivazioni spesso molto discutibili se non incomprensibili. Altri invece sono ancora in attesa di un via libera della Regione per vietare la caccia nei propri terreni, apponendovi le apposite tabelle”. La denuncia, messa nero su bianco con un’interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Anna Maria Bigon (PD), Cristina Guarda (EV), Arturo Lorenzoni (Misto) e Erika Baldin (M5S), viene dal consigliere regionale del PD Veneto, Andrea Zanoni.
“Si tratta di un inaccettabile ostruzionismo che nel frattempo ha consentito dal 1° settembre la preapertura e dal 18 settembre l’avvio della stagione di caccia generale. Col risultato che nei terreni di tutti i 640 richiedenti, pari a 10 mila ettari di territorio, viene esercitata l’attività venatoria contro la loro volontà”. Ora Zanoni e i firmatari dell’interrogazione chiedono all’assessore competente “quando la Direzione Agroambiente, Programmazione e Gestione ittica e faunistico-venatoria darà, ai sensi di legge, la risposta alle istanze di divieto di caccia nei propri terreni dei 640 cittadini richiedenti”.
“I cittadini in attesa di risposta sono veramente molti e tutti esasperati per la mancanza di risposte: a Belluno 11, Padova 103, Rovigo 28, Treviso 160, Venezia 108, Verona 137 e Vicenza 93 per un totale di 640 istanze e 10.651 ettari di superficie. Questa vicenda sta assumendo contorni molto gravi, perché un’istituzione sta volutamente ostacolando l’applicazione di una legge dello Stato, calpestando i diritti dei cittadini. Fin dall’inizio - conclude Zanoni - abbiamo assistito a procedure burocratiche mirate a scoraggiare i richiedenti, a proroghe lampo, a lungaggini e ritardi che facevano ben capire l’obiettivo della Regione: far finta di applicare la legge per avvantaggiare ancora una volta una minoranza armata che rappresenta in regione una percentuale da prefisso telefonico. Questo scenario, al limite del fuorilegge, deve cessare immediatamente”.