IL RADICCHIO IGP IN PERICOLO
Questione Mestrinaro: l’ambientalista Zanoni chiede a Zaia di rivedere la posizione della Regione
| Laura Tuveri |
ZERO BRANCO - “E Zaia che dice?” Si chiede Andrea Zanoni, presidente di Paeseambiente rispetto al fatto che il Tar del Veneto ha bocciato il ricorso di Comune e cittadini di Zero Branco contro un ampliamento di un impianto di trattamento rifiuti pericolosi proprio nella terra del radicchio rosso di Treviso. Ora dice l’ambientalista bisogna ricorrere in appello al Consiglio di Stato.
Ricostruiamo assieme a Zanoni i fatti. Con la delibera n.882 del 7 aprile 2009, la Giunta regionale del Veneto autorizzò la ditta Mestrinaro Spa di Zero Branco ad ampliare l’attività di trattamento di rifiuti speciali (pericolosi e non pericolosi) in via Bertoneria, area circondata da terreni Igp (Indicazione geografica protetta) dove sono presenti numerose azienda dedite alla coltivazione del radicchio rosso di Treviso (vedi foto).
Successivamente 69 cittadini e la stessa amministrazione comunale impugnarono la delibera regionale ma il Tar del Veneto, con ordinanza n.723/2009, respinse il ricorso dandola vinta alla Mestrinaro e alla Regione. I ricorrenti allora non accettarono la sconfitta decidendo di ricorrere in appello al Consiglio di Stato, il quale, con ordinanza n.4962/2009 del 29 settembre 2009, ribaltando il parere del Tar Veneto, annullò la delibera della Giunta Regionale e così il comune e i cittadini vinsero la partita contro la Mestrinaro.
Solo che la Giunta Galan, noncurante della decisione dei giudici capitolini, in uno degli ultimi colpi di coda di fine mandato, riapprovò incredibilmente l’autorizzazione per la Mestrinaro con la delibera n.100 del 26 gennaio 2010, delibera che venne impugnata nuovamente dai cittadini e dal Comune. Ora il Tar del Veneto, con due sentenze del 14 ottobre 2010 (la n.5981 e la n.5982), depositate il 5/11/2010, ha respinto i due ricorsi, uno del comune di Zero Branco e uno dei sessantanove cittadini.
L’esito delle ultime due sentenze era quasi scontato in quanto il Tar Veneto non ha fatto altro che ribadire quanto aveva già deciso precedentemente sulla delibera gemella del 2009. “Nel nostro ordinamento giuridico – spiega Andrea Zanoni - in caso di ricorsi amministrativi, fortunatamente abbiamo la possibilità di appellarci ad un secondo grado, ovvero di chiedere giustizia ai giudici del Consiglio di Stato.
Comune e i cittadini di Zero Branco devono, senza titubanza alcuna, ricorrere in appello perché l’esperienza dello scorso anno ha insegnato loro che il pronunciamento dei giudici del Tar non sempre è corretto e può venire ribaltato dai giudici del Consiglio di Stato che spesso annulla il parere dei giudici veneziani come accadde nel caso della più grande discarica di amianto di Paese dove il Tar disse che andava tutto bene mentre successivamente il Consiglio di Stato in appello la bocciò sonoramente”.
Secondo l’ambientalista e consigliere comunale a Paese per l’Italia del Valori, leggendo l’ordinanza del Consiglio di Stato del 29 settembre 2009 che dava ragione al Comune, tra le considerazioni balzata agli occhi una frase curiosa e raccapricciante allo stesso modo: “sussiste una sentenza di condanna irrevocabile per il reato di traffico illecito di rifiuti a carico del legale rappresentante della società richiedente l’autorizzazione per cui è causa”.
“Di quello che sta accadendo a Zero Branco – si chiede Zanoni - sarebbe interessante sapere cosa ne pensa il governatore Zaia che spinse perché questi terreni diventassero Igp per il radicchio rosso di Treviso, terreni che ora rischiano di ritrovarsi a confine un impianto del genere ancor più potenziato. Qui si mette in gioco il buon nome dei terreni Igp, il prestigio di una produzione di eccellenza come il radicchio rosso di Treviso e tutta l’economia che grava attorno a questo tipo di agricoltura specializzata.
La questione Mestrinaro, indipendentemente dal pronunciamento del Consiglio di Stato che si presume e si spera sarà favorevole ai cittadini, dovrebbe essere oggetto di riesame da parte della Regione Veneto”. Zanoni auspica che Zaia per coerenza riveda l’autorizzazione anche perché a suo tempo ottenne il voto contrario della Provincia di Treviso.