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25 novembre 2024

Treviso

"Bosco di carta" a Treviso: imprenditori accusati di evasione fiscale per più di un milione

L'indagine della Guardia di Finanza era stata avviata dalle verifiche di una serie di imprese "apri e chiudi" specializzate nel commercio di articoli da cartoleria

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

TREVISO - Le Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Treviso hanno concluso un’operazione di polizia giudiziaria, ribattezzata “Bosco di carta”, individuando, in provincia di Treviso, quattro società cosiddette “apri e chiudi”, attive nel commercio all’ingrosso di articoli di cartoleria. Dal 2016 al 2020, hanno omesso di dichiarare una base imponibile di 2,5 milioni di euro, per un’evasione di imposte, tra I.R.PE.F. e I.V.A., pari a 1,3 milioni di euro.

I tre amministratori italiani delle imprese, che, oltre a svolgere attività cartotecniche, prestavano anche servizi di consulenza ed elaborazione grafica e pubblicitaria di immagini, sono stati segnalati alla locale Procura della Repubblica, a vario titolo, per i reati tributari di omessa e infedele dichiarazione.

Le indagini dei finanzieri del Gruppo Treviso, nate dall’approfondimento di alcune segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio, da cui emergeva un anomalo e cospicuo ricorso a prelievi e versamenti di denaro contante, hanno permesso di accertare come le imprese, tutte amministrate da persone legate da vincoli di parentela, abbiano esercitato le loro attività economiche per un ristretto lasso temporale (circa 2 anni), succedendosi nel tempo e trasferendo dall’una all’altra il personale dipendente, i beni strumentali, i contratti d’appalto in corso di esecuzione e ogni altro rapporto commerciale con clienti e fornitori.

Si tratta di vere e proprie imprese “apri e chiudi” che, dopo essere divenute insolventi con l’Amministrazione Finanziaria, hanno “passato il testimone” alla successiva impresa costituita ad hoc, che ha continuato a operare sempre nello stesso luogo, con gli stessi clienti e fornitori, cambiando solo la denominazione e la partita IVA.


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Gianandrea Rorato

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