Schianto in autostrada per il mottense Pablo Perissinotto: "Vivo per miracolo"
È accaduto l'altra notte in autostrada: "Tutto in una frazione di secondo". E lancia un appello: "Non usate mai il telefono alla guida"
MOTTA DI LIVENZA - L’auto è ammaccata, anche se non è distrutta. Ma ci è mancato davvero poco. Violento incidente stradale a mezzanotte tra giovedì e venerdì scorsi lungo l’autostrada A4, nei pressi di Alessandria, per Pablo Perissinotto, artista e cantautore residente a Motta.
Quello che è accaduto, lo racconta lui stesso: «Sulla corsia centrale, a poco più di 130 km/h, ho visto un’auto davanti a me sbandare all’improvviso verso destra. Subito dopo mi sono trovato davanti un mezzo pesante che stava andando praticamente a 30 km/h. Non so come, per me è un mistero, ma sono riuscito a sbandare anch’io verso dx nella frazione di un secondo.
Una frazione di secondo in più e sarebbe stato un impatto violentissimo: ci ho solo rimesso lo specchietto sinistro. Dunque sono finito addosso a un’auto che viaggiava sulla prima corsia e poi, consecutivamente, su un’altra auto che per lo stesso motivo si è scontrata contro di me dal lato sinistro. Tutte e tre le auto, compresa la mia, in qualche modo sono riuscite a fermarsi a bordo strada senza perdere il controllo. Nel frattempo il camion ha ripreso velocità e ha proseguito, non si è nemmeno fermato».
E dunque?
«Sono rimasto di sasso, solo per una frazione di secondo sono qui a raccontarlo. Solo per un attimo sono riuscito a salvarmi da un impatto devastante su un mezzo pesante, quindi con bassissimi coefficienti di elasticità. Ma non solo quello: la collisione con le due auto poteva essere fatale a quella velocità. E invece anche lì ho avuto una fortuna sfacciata».
Perché si trovava ad Alessandria?
«Stavo andando a fare uno spettacolo insieme allo scrittore Enrico Galiano. In quel momento Enrico era già ad Alessandria, mentre io ero in auto da solo. Il mattino dopo, seppur un po’ scosso, sono riuscito comunque a portare a termine l’impegno».
Ma questo episodio l’ha segnata…
«Non sono stati i riflessi a farmi deviare dall’impatto col camion, è stato solo l’istinto dì sopravvivenza. In quel momento stavo guidando ma ero perso nei miei pensieri. So solo che se gli fossi andato addosso non sarei qui. Quindi immagino quanto sia pericoloso, in quei frangenti, guidare magari con un cellulare in mano. Io di certo, pur rimanendo spesso attento a questo particolare, di certo non lo farò. Anzi lancio un appello: non guardate il telefono mentre guidate. Sulla mia pelle ho capito quanto possa essere fondamentale avere gli occhi sulla strada è quanto sia importante anche una sola frazione di secondo. Ho come la sensazione di avere avuto per la seconda volta il dono della vita. Questo avvenimento mi ha cambiato le prospettive. È un po’ come se fossi nato una seconda volta, perché stavolta è un miracolo se sono ancora vivo».
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