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22 luglio 2024

Treviso

Serate in città ed eventi nelle piazze, l'appello degli esercenti trevigiani ai residenti: "Più tolleranza e buon senso"

Sartorato, Fipe Confcommercio: "Serve una cabina di regia sull’economia del divertimento"

| Isabella Loschi |

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Treviso

TREVISO - Nel periodo estivo i centri storici della Marca si riempiono di appuntamenti all’aperto ed eventi nelle piazze per offrire ai cittadini e ai visitatori momenti di divertimento e svago nelle calde sere d’estate.

Dalle cene sotto le stelle, alla musica nei dehors, i compleanni, le feste, gli eventi, i Festival (Combinazioni a Giavera, In centro tutta un’altra Musica a Montebelluna, Calici di Stelle a Conegliano, i Suoni di Marca sulle mura solo per citarne alcuni) sono tanti gli eventi che rappresentano l’economia del “divertimento” che genera, a Treviso capoluogo e nei principali centri trevigiani, un flusso di movimenti e aggregazioni. Ma non sempre questo è visto in ottica positiva, soprattuto dai residenti che, in particolare a Treviso, spesso non tollerano la convivialità di questi appuntamenti.

Sul tema è intervenuta al Fipe Confcommercio che sottolinea: “In centro storico sono sempre più frequenti i casi di intolleranza da parte di residenti che sfociano in azioni legali a danno dell’esercente, con contenziosi che si protraggono nel tempo e logorano le attività, creando situazioni spiacevoli fino alle chiusure - spiega la presidente di Fipe-Confcommercio e dell’Unione provinciale Dania Sartorato - Come Fipe siamo impegnati nella costante ricerca di dialogo e di equilibrio con i residenti nell’ottica di fruizione degli spazi e delle varie dimensioni della città, consapevoli di esercitare una funzione sociale e aggregante imprescindibile: ricordiamoci anche del senso di desertificazione che creano i locali chiusi anche durante le pause estive”.

"Chi abita in centro, e in generale nei centri storici o nelle zone pedonali, ha fatto la scelta di vivere tutte le dimensioni della città, compresa quella del divertimento, che si può svolgere in serenità se c’è ascolto, dialogo, rispetto delle regole e osservanza degli orari. Il “luogo bello da vivere” lo vogliamo tutti, ma può esserci solo se funziona, per tutti gli attori, il processo partecipativo: coinvolgimento, collaborazione, consultazione, tolleranza, rispetto. In una parola: buon senso. La città, i quartieri, sono espressione di tutte le componenti sociali, occorre sicuramente un’interlocuzione elevata, un maggiore senso civico, una consapevolezza dei diversi ruoli. I residenti che reclamano la qualità della vita e non tollerano la minima oscillazione non possono ragionare solo con la filosofia del “va bene ma non nel mio giardino”: gli eventi hanno e svolgono una funzione collettiva. Berlino, ad esempio, è diventata Berlino, capace di attrarre giovani da tutto il mondo non solo per gli affitti bassi, ma per la capacità di gestione dell’offerta “notte” organizzata in maniera costruttiva con le associazioni locali, i gruppi di residenti, i decisori politici, collaborando su orari, utilizzo di nuove tecnologie (misurazione del rumore attraverso display), prevenzione e sensibilizzazione sull’uso di droghe e alcol, sicurezza per i pedoni e le donne, attrattività e protezione per le fasce più esigenti tra gli adolescenti. A Parigi, Amsterdam e Berlino stessa è stata istituito, in via sperimentale, un “mediatore della notte” per contribuire alla sicurezza, all’evoluzione dei comportamenti e di buone pratiche per la gestione degli ambienti esterni ai locali. La diffida legale non è la risposta di cui le città e gli esercenti hanno bisogno: le grandi città anticipano le tendenze, sta a noi cogliere le opportunità”.

“A Treviso stiamo assistendo ad un inasprimento delle relazioni. Nel post Covid c’è più tensione, molta arroganza, una disponibilità all’ascolto ed al rispetto ridotte. Manca il riconoscimento del nostro ruolo, le nostre attività sono fondamentali per rigenerare il tessuto urbano ma non sempre ce lo riconoscono, c’è sempre pronta la critica o il giudizio - sottolinea Michele Pozzobon, titolare di varie attività in centro a Treviso - Come se ci fosse un’intossicazione di rabbia sociale che si riflette in comportamenti aggressivi e intolleranti. Su Treviso città, a fronte di regole certe e uguali per tutti, chiediamo rispetto e uniformità. Spiace constatare che chi trova il tempo per le lamentele, spesso non si interroga su cosa la città è capace di offrire ai giovani: vedo scoperta soprattutto la fascia 15-25 anni. Paradossalmente, abbiamo scambi positivi e costruttivi con turisti e nuovi trevigiani: chi ha vissuto o proviene da città più grandi della nostra  apprezza maggiormente il servizio e la nostra professionalità. I ristoranti sono protagonisti nei servizi di qualità alle persone di Treviso. Il dialogo sembra sempre la cosa più difficile da utilizzare per il confronto ma dobbiamo ricordarci che senza di esso diventeremo sempre più una società povera”.

“Manca- secondo i responsabili di Fipe della Provincia- la consapevolezza di avere la fortuna di vivere in una provincia che molti ci invidiano e che tanti cittadini stranieri sceglierebbero come luogo ideale per lo smart working”.


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