Lodi, 17enne falciata in bicicletta da un Suv
L'investitore era ubriaco
LODI - E' stato denunciato in stato di libertà per guida in stato di ebbrezza il conducente della vettura che ieri ha investito e ucciso la 17enne, in bici con un gruppo di scout a Casalmaiocco (Lodi). Secondo quanto fanno sapere i carabinieri di Lodi, dagli accertamenti a cui l'automobilista è stato sottoposto all'ospedale Maggiore è emerso che il tasso alcolemico era superiore a quello consentito dalla legge. La sua patente di guida è stata ritirata.
L'incidente è avvenuto ieri sera: la vittima è stata soccorsa dal personale del 118. Intubata sul posto e sottoposta a circa 20 minuti di manovre di rianimazione da parte del medico dell'automedica, la ragazzina è stata poi trasportata dall'elicottero del 118 di Milano presso l'ospedale Niguarda. Ma è morta poco dopo.
Solo al termine di tutte le indagini legate all'esatta ricostruzione della dinamica dell'incidente, spiegano i carabinieri di Lodi, sarà possibile delineare le complessive cause del sinistro e quindi le eventuali ulteriori ipotesi di reato.
Intanto oggi è un giorno di dolore per i compagni di classe e i professori del'IIS 'Volta' di Lodi, la scuola frequentata dalla ragazza. "Stringiamo in un abbraccio i genitori, i parenti, i compagni, gli scout di Lodi e tutti coloro che conoscevano e apprezzavano questa giovane ragazza - si legge in un messaggio pubblicato sul sito dell'istituto, dove la 17enne frequentava la quarta classe del liceo biologico - Oggi è solo il momento di condivisione del dolore, immenso, che la scomparsa di questa giovane studentessa provoca in tutti noi".
Salgono così a 217 i ciclisti e a 619 i pedoni uccisi in Italia dall'inizio dell'anno. "I pedoni e i ciclisti in quanto utenti stradali non esistono per lo Stato italiano", lamenta una donna dell'associazione #salvaiciclisti nella lettera inviata al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e per conoscenza al premier Mario Monti e ai ministri dell'Interno Annamaria Cancellieri e dei Trasporti Corrado Passera. Quindi, l'accusa: "Non intervenire è una volontà politica. Non porre fine a tutto ciò vuol dire essere complici di chi ha in spregio la vita altrui".
Scrive l'associata a #salvaiciclisti nella lettera indirizzata al Quirinale: "Essere travolti da un suv mentre si percorre un'infrastruttura pubblica come una strada provinciale o una qualunque altra infrastruttura per la pubblica viabilià è davvero una fatalità ineluttabile? Permettere a chi ha il veicolo più potente di lanciarlo alla velocità desiderata, è davvero qualcosa di incontrovertibile? Avere la liceità di guidare un mezzo così potente con atteggiamento lieve e distratto, e in questo caso criminale data la velocità, è davvero inevitabile?".
Prosegue la missiva: "La verità è che questi non sono incidenti. La verità è che le strade sono progettate per assicurare l'incolumità di una sola categoria di utenti: gli automobilisti. La verità è che le regole del Codice della strada non vengono rispettate e fatte osservare, né su strade urbane né su strade extraurbane. La verità è che la categorie di utenti leggeri della strada, ossia ciclisti e pedoni, non viene contemplata nella pianificazione per la sicurezza stradale e nello sforzo di progettazione e applicazione di sistemi di sicurezza avanzati. La verità è che la folle corsa impostaci dalla motorizzazione non contempla il rispetto per la vita".
Prende una dura posizione anche l''Associazione italiana familiari e vittime della strada', che in un'altra al presidente della Repubblica si schiera con il movimento #salvaiciclisti. "Nel leggere la lettera a Lei inviata dal movimento salvaicicisti - scrive l'Aifvs -, riguardante la giovane vita di una ragazza di 17 anni colpevolmente spezzata sull'asfalto da un Suv lanciato a folle velocità, ne condivide pienamente il contenuto, in linea con la battaglia culturale per fermare la strage stradale e dare giustizia ai superstiti che, caparbiamente, porta avanti da oltre 12 anni".
(Adnkronos)