Montebelluna – Prima ha tagliato se stesso, poi ha minacciato di fare lo stesso a suo figlio. Gesto disperato da parte di un marocchino di 28 anni colpito da decreto di espulsione. Un’azione a metà tra la protesta e la follia che gli è costata l’arresto.

I.A., ieri mattina ha ricevuto una visita dei carabinieri nella sua abitazione di Volpago. Non era in casa. È stato avvertito del sopralluogo da una delle sue due mogli che si trovava in casa in quel momento. Ha preso il figlioletto di 7 anni con sé.

Si è recato a Montebelluna e una volta giunto davanti alla caserma dei carabinieri, capendo che gli avrebbero detto che di lì a poco avrebbe dovuto lasciare l’Italia, si è tagliato con un lametta iniziando a perdere parecchio sangue. Quindi, proprio davanti alla porta d’ingresso della caserma, ha minacciato di fare la stessa cosa al bambino.

«Non voglio tornare in Marocco!», ha iniziato a gridare in preda alla disperazione. Hanno tentato di farlo desistere a parole, ma lui continuava la “sceneggiata”. A quel punto i militari sono intervenuti con decisione immobilizzandolo e strappandogli il figlio dalle mani.

Lui è tagliato ancora, alle braccia, e per di più si è infilato una lametta in bocca. Nel frattempo sul posto è giunta un’ambulanza. Dopo che il marocchino è ritornato in sé i medici l’hanno medicato, mentre i carabinieri hanno proceduto all’arresto per minacce aggravate e resistenza a pubblico ufficiale.

Sarà espulso e probabilmente lo seguiranno anche le sue due moglie e i tre figlioletti.