Operai musulmani a rischio per il digiuno, vademecum per le aziende
La Cgil invita gli imprenditori a "predisporre piano lavoro calibrato"
TREVISO - I lavoratori che osservano il Ramadan nel trevigiano sono almeno 30 mila e le aziende che li impiegano dovrebbero adottare misure per la prevenzione dei rischi di chi digiuna per molte ore di seguito. Per questo la Cgil provinciale ha elaborato un breve vademecum diretto ai datori di lavoro, con alcune indicazioni utili a prevenire rischi per i loro addetti, recependo indicazioni in tal senso di un progetto sperimentale dell'Inail in collaborazione con varie aziende sanitarie dell'Umbria.
Nel documento si raccomanda agli imprenditori di verificare innanzitutto la presenza di addetti osservanti, quindi di predisporre un piano di lavoro calibrato sulle particolari condizioni fisiche connesse alla temporanea carenza di alimentazione tenendo conto di soggetti eventualmente sofferenti di malattie metaboliche, cardiache od epatiche. I datori di lavoro sono anche invitati ad individuare momenti di pausa supplementare ed a predisporre delle misure di supporto in caso di malori come acqua, ghiaccio, zucchero e sali minerali.
"In una società aperta e solidale - ha rilevato Nicola Atalmi, responsabile per la sicurezza e per l'immigrazione della Cgil provinciale di Treviso - è importante conoscere reciprocamente tradizioni e abitudini per integrarle nel miglior modo, evitando quelle strumentalizzazioni cui assistiamo purtroppo ancor oggi da parte di forze politiche e amministratori locali in cerca di visibilità".