Scuola chiusa per la fine del Ramadan: è la prima volta in Italia
La decisione ha fatto scoppiare la polemica. Il preside: "La maggioranza degli alunni è di religione musulmana", Lega: "È una deriva inaccettabile"
| Isabella Loschi |
MILANO - Scuola chiusa per le festività pasquali ma anche per la fine del Ramadan. Succede all’istituto comprensivo Iqbhal Masih a Pioltello, nel Milanese. Per la prima volta in Italia, i bambini della scuola primaria e secondaria resteranno a casa mercoledì 10 aprile, in concomitanza con l'importante festività musulmana. La decisione del consiglio di istituto di chiudere le porte in occasione della festa di Eid-El-Fitr ha scatenato un acceso dibattito tra coloro che vedono questa mossa come un segno di inclusione e coloro che la considerano una “deriva verso l’islamizzazione”.
Il preside Alessandro Fanfoni - come riferisce il Fatto Quotidiano - ha sottolineato che la decisione non dovrebbe essere politicizzata e che è stata basata su considerazioni pratiche e sull'obiettivo di garantire un ambiente inclusivo per tutti gli studenti, considerando che oltre il 40% degli studenti dell'istituto è di fede islamica.
Tuttavia, la polemica è scoppiata quando Silvia Sardone, eurodeputata della Lega, in con una nota ha sollevato preoccupazioni riguardo a un possibile "arretramento sulla nostra identità", definendo la scelta una "deriva inaccettabile" che potrebbe favorire un processo di islamizzazione. “Per i dirigenti scolastici questa scelta aiuta l'inclusione. Io credo invece che sia un pericoloso arretramento sulla nostra identità: chiudendo le scuole per feste che non fanno parte della nostra cultura e della nostra storia diamo ancora più forza a quel processo di islamizzazione che si diffonde con forza in tutta Europa. Negli anni l'Unione delle comunità islamiche d`Italia ha chiesto che le feste islamiche fossero inserite nel calendario scolastico. È una deriva inaccettabile, mentre noi nascondiamo i nostri simboli e le nostre tradizioni, andiamo a chiudere le scuole per festeggiare il Ramadan. Non è questo il futuro che vogliamo!", conclude Sardone.