Pedonalizzazione, la Corte dei Conti archivia gli esposti
Atto conclusivo dopo tre anni
| Redazione |
MONTEBELLUNA - La Corte dei Conti archivia gli esposti contro la pedonalizzazione. Per il Comune di Montebelluna rappresenta l’atto conclusivo della lunga battaglia durata tre anni per la pedonalizzazione del centro.
Ad andare contro al Comune di Montebelluna in sede giudiziaria una minoranza degli operatori del centro storico di Montebelluna, circa 1/6 del totale. Dapprima con la richiesta di sospensiva del provvedimento di pedonalizzazione avanzata al Tar e al Consiglio di Stato, ed in entrambi i casi respinta. Poi con la sentenza definitiva da parte del Tar che dava ragione al Comune.
Quindi c'è stata una seconda fase caratterizzata da esposti all'autorità giudiziarie e soprattutto alla corte dei Conti.
La Corte dei Conti – fanno sapere dal Comune di Montebelluna - ha archiviato la pratica non rilevando fondatezza nei rilievi mossi all'amministrazione comunale.
“Dopo aver vinto la battaglia sul piano della giustizia amministrativa, dà serenità sapere di aver vinto la partita anche nell'ambito della giustizia contabile – commenta il sindaco Marzi Favero -. Questo comprova la correttezza e la serietà con la quale si sono mossi tanto l'amministrazione quanto la struttura tecnica comunale, anche se la soddisfazione più grande è stata quella della vittoria insieme culturale, politica e morale conseguita nelle ultime elezioni amministrative.
Soddisfazione aumentata dal fatto che, sempre in campagna elettorale, era emerso che ormai anche il Pd e il Movimento 5 stelle non erano più ostili alla pedonalizzazione. Evidentemente guardando al risultato della riqualificazione del centro e agli umori dell'elettorato. Come amministratori si ha un obbligo: quello di non mantenere rancore nei confronti di nessuno ed, anzi, di ricostruire i rapporti con tutti. Cosa peraltro in larga parte già avvenuta. Tuttavia non posso non segnalare un dato di fatto, ovverosia che la tendenza che si sta diffondendo di utilizzare l'arma dei ricorsi per cercare una rivalsa politica, o peggio ancora quella degli esposti, ancor più comodi perché non comportano spese per i proponenti, ha un risultato comunque negativo per gli enti pubblici perché per dare risposte alle varie autorità poi investite del compito di indagare e verificare, i dipendenti comunali devono impegnare tantissime ore di lavoro.
Così come il Comune deve spendere soldi per la difesa legale. E' pur vero che, per esempio, per il ricorso al tar, i ricorrenti sono stati condannati a rimborsare 5000 euro come rimborso spese al Comune, ma esso indennizza solo parzialmente l'ente. Nel caso invece di esposti non è previsto alcun tipo di onere a carico dell'esponente anche se gli stessi risultano infondati. Finora tutti gli esposti sono stati archiviati".