Pesticida vietato in UE: “Volevo cedere il mio prodotto bio per salvare i vigneti, la Regione ha detto no”
Maurizio Polo riferisce di avere la soluzione alla cicalina ma di essere rimasto inascoltato
CONEGLIANO/VALDOBBIADENE - Si parla da mesi della richiesta di deroga, in Veneto e altrove, per il Clorpirifos, pesticida vietato in tutta UE e negli USA in quanto neurotossico, interferente endocrino, e dannoso soprattutto per lo sviluppo cognitivo dei bambini. Il problema, per quanto riguarda i vigneti del Conegliano-Valdobbiadene Docg, è la cicalina che, provocando la flavescenza dorata, sta distruggendo le viti e non viene sconfitta in alcun modo. Il Servizio Fitosanitario Nazionale ha chiesto al Ministero della Salute una deroga per utilizzare il pesticida per ora bandito a Conegliano, a Valdobbiadene, e nelle altre zone dove esiste il problema della cicalina. La risposta tarda ad arrivare e mentre i comitati ambientalisti sperano in un secco no parte del Ministero e la Regione Veneto auspica invece un via libera all’utilizzo del Clorpirifos, un imprenditore di Oderzo riferisce di aver trovato un’alternativa al pesticida neurotossico. Si tratta di Maurizio Polo, titolare di Bioenologia 2.0, che racconta di aver proposto in Regione il suo prodotto bio contro la cicalina lo scorso febbraio, ma di essere rimasto inascoltato.
“Il mio prodotto si chiama Biovinum e lo abbiamo scoperto per caso nel 2001- racconta Polo -. L’abbiamo inventato dopo che una fortissima grandinata, il primo agosto, aveva distrutto l’uva a Motta di Livenza. Mancava poco alla raccolta dell’uva e sarebbe andato perso tutto, se non fossimo riusciti a trovare una soluzione per cicatrizzare l’uva. Si tratta di un prodotto biologico, edibile, costituito di estratti vegetali naturali, che non uccide le api. Negli anni successivi lo abbiamo perfezionato e nonostante non sia stato inizialmente creato per la cicalina, numerosi agricoltori mi hanno riferito che è miracoloso contro questo insetto. Così un team di esperti l’ha studiato, testato, ed è stato provato scientificamente che è efficace contro la cicalina”. Polo spiega che il prodotto agisce come urticante, e allontana l’insetto dalla pianta, impedendogli di nutrirsi. “Se viene irrorato solo su una pianta, l’insetto si sposta, va altrove. Ma se l’irrorazione viene fatta a tappeto - come vorrebbero fare con il Clorpirifos - l’insetto non può sopravvivere, perché muore di fame. Sopravvivo invece le api, ed evitiamo che una sostanza tossica proibita in tutto il mondo occidentale si riversi sulla nostra filiera alimentare”.
Polo ha portato il suo prodotto in Regione, dicendosi disponibile a cederlo senza avere un tornaconto economico. “Chi ci avrebbe guadagnato saremmo stati noi, la nostra salute, e l’ambiente, ma mi hanno detto che il mio prodotto non sarebbe stato considerato in quanto non era nemmeno registrato come fitofarmaco”, riferisce Polo. L’assessore regionale all’agricoltura Federico Caner, in una nota inviata in merito alla rivista Il Salvagente, aveva spiegato le ragioni del diniego alla proposta, riferendo che il prodotto Biovinum non è registrato come fitofarmaco, che nei confronti della cicalina esercita un’azione repellente e sposta solo l’insetto, e che nelle prove che sono state fornite alla Regione non c’è evidenza che gli insetti allontanati non siano poi tornati nel terreno trattato. Per Polo, il prodotto, è efficace al 100%. Per la Regione non lo è per nulla, ma non ha nemmeno voluto sperimentarlo, per ora. Così sui vigneti del Docg, ma anche in tante altre colture del Nord Italia, la cicalina sta provocando la flavescenza dorata, e l’unico rimedio secondo la Regione Veneto - come ha riferito più volte Caner - sarebbe il Clorpirifos.
In foto Maurizio Polo
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