Piano vaccinazioni anti Covid, il grido d'allarme: "Disabili dimenticati"
Fondazione Oltre il Labirinto scrive a Zaia: "Vaccino sia garantito con priorità anche alle persone con disabilità"
| Isabella Loschi |
TREVISO - “Le persone con disabilità sono state dimenticate nel piano di vaccinazione anti Covid-19”. A lanciare il grido d’allarme per la situazione di “assordante silenzio” a carico delle persone con disabilità che nella Marca, così come in tutto il territorio nazionale, al momento non sembrerebbero rientrare tra le priorità per la prossima campagna di vaccinazione anti-Covid, è Fondazione Oltre il Labirinto.
La situazione denunciata dalla onlus trevigiana che si prende cura delle persone con autismo, si aggiunge a quelle portate avanti a livello nazionale da Ufficio disabilità Governo, la FISH e Anfass. “Dare la precedenza alla vaccinazione a operatori sanitari e anziani delle Rsa è giustissima e completamente condivisibile - sottolinea il presidente di Oltre il labirinto, Mario Paganessi - ma non si può far finta e non riconoscere quanto siano esposte al rischio, per via di una particolare fragilità o della condizione in cui vivono, le persone con disabilità che hanno quindi diritto a ricevere un’attenzione prioritaria per non incorrere in situazioni drammatiche, quali situazioni che necessitino di un ricovero ospedaliero per le persone con disabilità complesse e non collaboranti”.
Fondazione si è fatta portavoce di tutti i soggetti con disabilità e ha scritto una lettera al presidente del Veneto Luca Zaia, all’assessore regionale Lanzarin e al sindaco di Treviso Mario Conte per chiedere di "accedere in tempi rapidi alla campagna vaccinale regionale" che partirà il prossimo 27 dicembre, con almeno dozzina di educatori, operatori, volontari, caregiver ed alcuni ragazzi con autismo.
“Un contagio da Covid, anche con sintomi leggeri, in un persona con disabilita può determinare complicazioni del tutto inattese che potrebbero pregiudicare una condizione di salute già di per sé complicate” - spiegano nella lettera. “L’altro grosso rischio per queste persone - si legge ancora - è quello di ritrovarsi in situazione si abbandono nel caso di malattia da parte dei genitori o dei caregiver è reale e lascerebbe scoperti soggetti che spesso hanno nella loro disabilità dei deficit che sono difficilmente gestibili in maniera convenzionale”.