Piccola mobilità: niente più sgravi contributivi
I lavoratori licenziati rischiano di restare a piedi
TREVISO – Dal 1º gennaio, niente sgravi contribuitivi alle imprese che assumono lavoratori in mobilità per licenziamenti individuali, ovvero quelli della piccola e media impresa (sotto 15 dipendenti). La CNA di Treviso protesta: un danno enorme ai lavoratori, alle imprese e all’economia del territorio.
Nella legge di Stabilità per il 2013 infatti non è stata inserita la proroga annuale alla previsione contenuta nell’articolo 4 della legge 236/1993 che consente ai lavoratori licenziati in forma individuale di essere iscritti nelle liste della “piccola mobilità” e nemmeno allo stanziamento necessario a finanziare gli incentivi per l’assunzione dei lavoratori iscritti in tali liste.
Quindi i lavoratori licenziati a partire dal nuovo anno rischiano di rimanere a piedi: le aziende, già in difficoltà per la crisi economica, non godono più degli incentivi all’assunzione, come il regime contributivo abbattuto al 10%.
«Nel 2012 le persone iscritte nelle liste di mobilità in provincia di Treviso sono state 7716, di cui 5661 provenienti dalla piccola e media impresa – commenta Giuliano Rosolen, direttore della CNA provinciale di Treviso -. Quest’anno è prevedibile che siano anche di più, visto che le aziende continuano a chiudere. Si tratta di risorse per l’economia locale che rischiano di non trovare più impiego con grave danno per sé stessi, le loro famiglie, e per l’economia locale. Il Governo deve sistemare questo pasticcio, che rischia di creare un mercato di lavoro di serie A e un mercato del lavoro di serie B, con i lavoratori della piccola e media impresa sempre ingiustamente penalizzati».
«Il Governo dice di avere a cuore le “politiche attive per il lavoro”, ci auguriamo che alle parole seguano i fatti – rincara il direttore della CNA -. I lavoratori della piccola e media impresa, che costituisce il 97 per centro della forza produttiva del Paese, non devono essere considerati lavoratori di serie B rispetto ai lavoratori dell’industria. Auspichiamo che la proroga dei finanziamenti alla piccola mobilità vengano inseriti al più presto in qualche provvedimento governativo».