PIEVE DI SOLIGO – Terremoto in giunta a Pieve di Soligo. Il sindaco Stefano Soldan ha ritirato le deleghe agli assessori Danilo Collot (manutenzioni, patrimonio, sport e associazioni) e Tobia Donadel (servizi sociali e servizi demografici). I due (in foto sopra), insieme anche al capogruppo di maggioranza Alexa Spina, sono passati a Fratelli d’Italia lasciando dunque la civica Per Pieve con cui erano stati eletti cinque anni fa.

«Purtroppo la spinta che ha portato a sostenere l’amministrazione Soldan in questi anni si è esaurita – affermano all’unisono Collot, Donadel e Spina -. Lo stesso sindaco ha dichiarato di non avere più l’entusiasmo e l’energia di un tempo tanto, parole sue, da “essere rimasto nel dubbio per un bel po’ per questioni di stanchezza e per voglia di dedicarsi a altro”. Ed è proprio questo quello che si preoccupa. Una comunità importante come la nostra non può essere amministrata con scarsa convinzione. Qui non stiamo parlando di posizionamenti politici: in questi anni abbiamo dimostrato di essere amministratori capaci di dialogo e confronto, votati esclusivamente al bene della nostra comunità. Ed è nel solco di questa esperienza, ma certamente con motivazioni maggiori rispetto a quelle che potrà dire di avere il sindaco, che ci presenteremo ai cittadini con un programma rinnovato e all’altezza delle legittime aspettative e ambizioni di Pieve. Non c’è nulla di peggio, in un momento storico come quello che stiamo vivendo nel quale famiglie, commercianti e imprese sono in difficoltà, di tirare a campare».

Fratelli d’Italia, che a Pieve di Soligo ha costituito il suo circolo che conta una trentina di iscritti, è pronta a scendere in campo alle amministrative di giugno. E Alexa Spina potrebbe essere la loro candidata sindaca. La volontà, trapela in queste ore, è che a Pieve di Soligo il centrodestra corra unito, quindi Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega insieme.

Intanto la maggioranza del sindaco Soldan perde dunque tre persone. «Noi fino all’ultimo giorno avremmo continuato a fare il nostro dovere con orgoglio, lealtà e determinazione: appare singolare, considerato l’apporto garantito in tutti questi anni, che il sindaco abbia deciso, per motivi evidentemente di censura politica, di ritirarci le deleghe – concludono i due ex assessori che in queste ore hanno ricevuto il decreto, ma rimangono consiglieri comunali -. Cacciarci dalla giunta e dalla maggioranza perché non ci rassegniamo a sostenere un sindaco che si dichiara stanco ma che si ricandida per non restare senza carega, è un fatto grave. Noi non siamo abituati ai giochetti da prima repubblica di chi, professandosi civico per farsi sostenere da tutti i partiti, non ha a cuore realmente gli interessi collettivi ma, evidentemente, solo la propria carriera: Pieve merita decisamente di non essere ridotta a un poltronificio».