POLO INDUSTRIALE DI BARCON, MURARO BACCHETTA NAPOLITANO
E ora attende una convocazione dal Quirinale
| Mauro Favaro |
VEDELAGO – Muraro tira le orecchie a Napolitano. Al numero uno del Sant'Artemio, infatti, non è andato giù che lunedì le porte del Quirinale si siano aperte solo per Nicola Di Santo, presidente del Credito trevigiano e della fondazione villa Emo, accompagnato dagli architetti Bergamin e Menegotto, andati a Roma per tentare di bloccare il progetto dell'insediamento agro-industriale di Barcon, targato Colomberotto e sponsorizzato dal sindaco Quaggiotto.
E per questo ha preso carta e penna e a sua volta si è rivolto al capo dello Stato. “Non posso che accogliere con favore l'attenzione della presidenza della Repubblica per la tutela del nostro territorio – scrive Muraro – ma provo rammarico constatando che, nell'esame della questione, non si è avvertito il dovere istituzionale di consultare gli enti territoriali coinvolti e competenti per la gestione del territorio: la Regione, titolare del procedimento, la Provincia e non ultimo il Comune di Vedelago, direttamente interessato”.
Ma ce n'è anche per Di Santo. “Sono certo presidente (Napolitano, ndr) che comprenderà la strumentalizzazione dell'incontro concesso a una fondazione bancaria, che non rappresenta il territorio, e soprattutto dell'esito dello stesso, posto in apparente contraddizione con gli enti territoriali – punge Muraro – appare quasi che quest'ultimi tutelino interessi particolari a danno della collettività e del territorio, che trovano invece tutela da soggetti privati, con l'alto supporto della presidenza della Repubblica”.
E per chiarire il tutto adesso il Sant'Artemio si attende una (non scontata) convocazione riparatrice da parte del Quirinale. Intanto sul progetto della cartiera e del maxi macello, uno tra i più grandi d'Europa, Muraro ribadisce la sua posizione. “Prima di esprimere qualunque valutazione raccoglieremo tutti i pareri e attenderemo l'avvio formale del procedimento da parte della Regione prima – conclude – poi sarà il consiglio a valutare un'eventuale variante al Ptcp (piano urbanistico provinciale, ndr), condizione essenziale per la fattibilità dell'intervento”. Ma con una telefonata da Roma le cose potrebbe accelerare.