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25 aprile 2024

Treviso

Popolazione trevigiana: tra vent’anni meno coppie con figli, più single e anziani

Secondo l’Istat nel 2041 -24% di coppie con almeno un figlio sotto i vent’anni

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

genitore con figlio

TREVISO - Una popolazione fatta di single, più anziani e senza figli. Questo è il preoccupante futuro della nostra provincia e della regione Veneto tracciato dal presidente dell’Istat Giancarlo Blangiardo nel corso dell’annuale assemblea del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto svoltosi questa mattina, sabato 19 novembre, a palazzo dei Trecento a Treviso attorno al tema “Famiglie: giacimenti di valore per il futuro del Paese”. L’analisi, presentata alla platea dei delegati delle 32 associazioni che costituiscono il Forum, e che rappresentano a loro volta circa 83mila famiglie socie, prendendo come base di partenza lo scorso anno guarda al 2041. In Veneto fra vent’anni – secondo l’Istat – aumenterà il numero delle coppie senza figli +16% e si ridurranno quelle con figli: -22% con figli con più di vent’anni e -24% con almeno un figlio con meno di vent’anni.

A guardare tra i numeri, le previsioni profilano un’esponenziale crescita degli uomini senza figli con una variazione percentuale del +29%, ben nove punti sopra la media nazionale che si attesta al +20%. Stessa percentuale di aumento, +29%, anche per quel che riguarda i padri single con almeno un figlio sotto i vent’anni, situazione che tocca in particolare la fascia di età compresa tra i 25 e i 45 anni – con un picco del +80% nel segmento d’età 30-34 anni – e quella tra i 60 e i 65 anni. I padri single con figli sopra i vent’anni aumenteranno di +77%, anche in questo caso un dato decisamente sopra alla media nazionale che si ferma, si fa per dire, al +50%.  

Solo lievemente più contenuta la crescita della variazione percentuale in relazione alle donne single, con +24%, questa volta in linea con la media italiana. Le madri single con almeno un figlio con meno di vent’anni aumentano per un +10%, in particolare per la fascia d’età compresa tra i 25 e i 45 e 60-65 anni, e appena del +3% le madri single con figli con più di vent’anni, sotto la media nazionale. Negli ultimi due decenni è mediamente aumentata di 2 anni l’età al parto, che passa dai 30 ai 32 anni.  

“Il disinvestimento e la mancata presa in carico dei bisogni delle famiglie e delle coppie stanno già presentando il conto e la situazione potrà solo che peggiorare senza immediati e determinanti correttivi alle politiche in materia – dichiara il presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto Adriano Bordignon –. A esempio i segnali in termini di potenziale forza lavoro sono chiari e ormai sotto gli occhi di tutti: mancano figure professionali in ogni settore produttivo. Scuola, sanità, e sistema impresa già scricchiolano. Il combinato disposto del crollo demografico con l’aumento della popolazione anziana porterà nel giro dei prossimi venti trent’anni, se non prima, alla tempesta perfetta, demografica e dunque sociale ed economica”.

 a popolazione veneta del 2041 registrerà una minor presenza di coppie con figli e un forte aumento di genitori single. E proprio tra gli uomini si raddoppierà la quota degli anziani “soli” tra i 75 e i 79 anni, ben +120%, così come tra gli over 80 e con più di 65 anni con una percentuale di variazione pari al +60%. “Con una forbice così divaricata tra popolazione attiva e anziana l’intero sistema previdenziale e pensionistico, il welfare e la stessa sanità pubblica sono a fortissimo rischio, e se consideriamo la grave mancanza di medici di medicina generale nella nostra regione la prima incrinatura è già avvenuta. Oltre ai drammatici risvolti legati alla tenuta sociale di un mancato incrocio tra domanda e offerta di lavoro – continua Bordignon –, inevitabili conseguenze, unicamente per effetto delle variazioni demografiche, si registreranno nei decenni futuri (secondo le previsioni ISTAT 2021-2070) anche sul Pil nazionale, nonché regionale, per una perdita del 15,3%. Indispensabile quanto indifferibile, allora, riattivare e riprogrammare tenaci politiche per la natalità che ci traguardino verso un futuro demograficamente sostenibile”.  

 


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