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18 luglio 2024

Treviso

"Posso venire a farmi la piega?" Telefoni dei saloni di bellezza "bollenti": è caos sulla nuova ordinanza

"Tra nuove restrizioni e deroghe, lavoriamo ogni giorno nell'incertezza"

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

parrucchiere

TREVISO - Riesco a ritirare gli abiti in lavanderia prima delle 14? Ma domani siete aperti dopo le 14? E la vigilia di Natale?. Da questa mattina i telefoni di saloni di acconciatura, barbieri, centri estetici ma anche lavanderie e puliture, sono bollenti. I clienti chiamano per sapere come fare, se siamo aperti, ma anche per disdire o spostare gli appuntamenti”. La parola d’ordine è confusione.

L’ordinanza regionale del presidente Luca Zaia in vigore da domani, 19 gennaio e fino al 6 gennaio, ha generato il caos. Tra nuove restrizioni per arginare i contagi da Covid, permessi e deroghe, cittadini e titolari di attività vivono nell’incertezza, come ci confermano i referenti delle categorie dei servizi alla persona. “Già da alcuni giorni passiamo le giornate al telefono per rispondere ai clienti che ci chiedono che cosa possono fare oppure no. Spieghiamo che muniti di autocertificazione possono venire nel nostro salone per il taglio o la piega, anche se siamo fuori dal loro comune. Ma in tanti non lo sanno”, racconta Giannantonio Papa, presidente provinciale del gruppo benessere, acconciatori-estetiste di Confartigianato Marca Trevigiana, titolare del salone d’acconciatura in piazza ad Asolo.

“Tante signore ci chiamano preoccupate, convinte di non poter più muoversi dopo le 14 o di spostare l’appuntamento al mattino”. Questa incertezza per Papa non aiuta chi sta cercando di fare bene il proprio lavoro. “Capiamo il momento, la salute è la prima cosa, ma non possiamo lavorare e controllare ogni ora che cosa è cambiato, quale nuova restrizione è stata attuata. Per il nostro settore dicembre è un mese importante e quest’anno lo è ancora di più viste le perdite subite. Per la vigilia di Natale abbiamo l’agenda piena di appuntamenti ma ancora non sappiamo se potremmo lavorare. E' stato un anno disastroso per il settore - aggiunge - abbiamo un calo di clientela del 30%, tanti servizi, come le pieghe, sono saltati. La clientela è scoraggiata, ha paura”. “L’unica speranza - ammette - è che ci facciano lavorare nei prossimi giorni per salvare almeno questo mese”.

“La gente è convinta di non potersi muovere, ma anche gran parte dei miei colleghi non hanno ancora chiaro cosa succederà domani”, dice Letizia Baccichet della pulisecco di Volpago del Montello, presidente provinciale della comunità pulitintolavanderie e vicepresidente di Confartigianato. “Da tre giorni sono subissata di telefonate da parte dei clienti. Ma io stessa ieri, dopo aver ascoltato la conferenza stampa di Zaia, pensavo di chiudere il negozio dopo le 14 dato che il 90% dei clienti arrivano da fuori comune. Invece possono muoversi per venire da noi”.

Per Baccichet queste misure, così come la zona gialla, non aiutano: “Senza feste, cerimonie ed eventi noi abbiamo avuto un notevole calo di lavoro. Tante attività sono alla canna del gas con perdite fino al 65% rispetto al 2019 e rientrando nella zona gialla non abbiamo neanche i ristori. La gente con questa pioggia di ordinanze che fondamentalmente non hanno senso perché non cambiano granché le cose, è in confusione e preferisce rimandare certi servizi, come il nostro”. “Siamo in un limbo infernale - conclude la vicepresidente di Confartigianato - Nella tragica situazione in cui versano i nostri ospedali era più saggia una chiusura totale”.

 


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