Prof uccisa, l'ex allievo e l'amico confessano e si accusano a vicenda
E' concorso in omicidio premeditato e occultamento di cadavere l'accusa contestata all'ex allievo 22enne di Gloria Rosboch, la professoressa trovata cadavere ieri in una cisterna a Rivara e all'amico, fermati ieri dai carabinieri. "Abbiamo elementi - ha spiegato il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando nel corso della conferenza stampa - che provano che entrambi hanno visionato la cisterna dove è stata gettata la donna qualche giorno prima del delitto". Per la madre del giovane l'accusa è concorso in omicidio.
"Entrambi i fermati hanno reso due confessioni con ruoli ribaltati", ha detto il procuratore di Ivrea. I due, infatti, si accuserebbero a vicenda dello strangolamento della professoressa. Entrambi, però, sono collocati sulla scena dell'omicidio, dove è stato trovato il corpo della vittima nascosto in vasca per la raccolta delle acque. Per quanto riguarda la posizione della mamma dell'ex allievo di Gloria Rosboch, resta ancora da accertare il ruolo. "La donna - spiega ancora Ferrando - nega tutto, ma la sua versione dei fatti contrasta con gli accertamenti tecnici in nostro possesso la collocano fuori dall'ospedale di Ivrea dove aveva raccontato di essere".
Il legale dell'ex allievo della professoressa Pierfranco Bertolino conferma che il suo assistito ha "reso piena confessione". Il giovane è stato interrogato nella notte ad Ivrea dal procuratore Giuseppe Ferrando ed ora si trova in carcere a Torino. Oggi verrà conferito l'incarico per l'autopsia sul corpo della vittima.
Il ragazzo era stato denunciato per truffa dall'insegnante 49enne. Il cadavere della donna, che sarebbe stata strangolata, è stato rinvenuto in una vasca per la raccolta dell'acqua ed era a poca distanza dal luogo dove viveva con i genitori a Castellamonte.