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28 novembre 2024

Ciclismo

Altri Sport

Prosecco Cycling, vertice in Prefettura

Ieri a Treviso incontro con il prefetto Maria Rosaria Laganà per pianificare le misure di sicurezza agli oltre duemila ciclisti che il 27 settembre pedaleranno nel cuore delle colline del Prosecco

| Gianandrea Rorato |

| Gianandrea Rorato |

Prosecco Cycling

TREVISO - La Prosecco Cycling si farà: oltre duemila appassionati, domenica 27 settembre, pedaleranno nel cuore delle colline del Prosecco per uno degli appuntamenti più attesi della stagione ciclistica. Non solo: la Prosecco Cycling sarà anche il primo evento ciclistico internazionale a disputarsi in Veneto dopo l’emergenza sanitaria legata al Covid-19.

La conferma è arrivata dal vertice, svoltosi ieri in prefettura a Treviso. Presenti, il prefetto Maria Rosaria Laganà; il direttore dell’Ulss 2 Marca Trevigiana Francesco Benazzi, delegato dal presidente della Regione Veneto Luca Zaia; il sindaco del Comune di Valdobbiadene Luciano Fregonese, con Giovanna Cala Maddalosso, responsabile dell'ufficio Lavori Pubblici; l’assessore del Comune di Susegana, Matteo Bardin; il comandante della Polizia Locale di Conegliano, Claudio Malamace; il Direttore dell’Unità Organizzativa “A” Protezione Civile e Strutture periferiche della Direzione Protezione Civile e Polizia Locale, Nicola De Bortoli; il responsabile del Servizio Professioni Sanitarie del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 2, Mauro Busolin; e il comitato organizzatore della Prosecco Cycling presieduto da Massimo Stefani.

Nell’incontro è stato valutato e perfezionato il protocollo che verrà applicato alla Prosecco Cycling con l’obiettivo di tutelare, in primo luogo, la sicurezza dei partecipanti lungo lo spettacolare percorso che, partendo da Piazza Marconi a Valdobbiadene, andrà a toccare ben 13 Comuni della Marca Trevigiana.

Gli organizzatori della Prosecco Cycling hanno, in particolare, presentato al prefetto il protocollo di distanziamento dei partecipanti, il piano di gestione dei ristori lungo il percorso e della Trattoria Crai, che accoglierà i ciclisti dopo la corsa. Una particolare attenzione sarà anche dedicata alla gestione del consueto punto di ritrovo dei partecipanti, alla Tenuta Villa Sandi a Valdobbiadene, dove alla vigilia della corsa avverrà la consegna della busta tecnica e del pacco gara.

L’incontro in prefettura è stato anche l’occasione per ufficializzare una modifica al percorso della Prosecco Cycling: i lavori in corso sul ponte Boffot, poco dopo Collalto, porteranno i ciclisti a transitare per Barbisano e il centro di Pieve di Soligo. Il cambiamento di percorso, molto apprezzato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Stefano Soldan, porterà la Prosecco Cycling ad uno sviluppo di 104,8 chilometri, invece dei 98,4 inizialmente previsti.

“L'amministrazione comunale di Valdobbiadene - commenta il sindaco Luciano Fregonese - sarà come sempre al fianco di quello che è ormai un evento simbolo delle colline di Conegliano e Valdobbiadene che dall’anno scorso sono parte del Patrimonio Unesco e dove tre settimane dopo arriverà anche la tappa a cronometro del Giro d’Italia. Per la Prosecco Cycling sarà un’edizione destinata a rimanere nella storia e che, oltre a confermare le capacità del comitato organizzatore, rappresenterà un’importante prova generale per gli eventi a venire”.

“Prosecco Cycling non poteva fermarsi - aggiunge Massimo Stefani, ideatore dell’evento -. Lo dobbiamo al territorio, ai nostri prestigiosi partner - tutti confermati - ai volontari, ai fornitori, ai professionisti, ai collaboratori che, nell’arco di 17 anni, hanno contribuito alla crescita dell’evento. Lo dobbiamo soprattutto ai tanti appassionati che ogni anno, da tutto il mondo, si recano a Valdobbiadene per partecipare alla Prosecco Cycling: un evento unico e inimitabile!”.

Soddisfatto anche il prefetto Maria Rosaria Laganà che, insieme alle altre autorità intervenute all’incontro, ha apprezzato le scelte del comitato organizzatore della Prosecco Cycling, esprimendo l’auspicio “che gli eventi possano ripartire al più presto” dopo l’emergenza Covid-19.
 

 



Gianandrea Rorato

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