Quasi uccisa dalla droga è tornata a vivere: "Il vero sballo è essere stupefacenti restando se stessi"
Giorgia Benusiglio racconta agli studenti trevigiani la sua storia dopo aver assunto mezza pastiglia di ecstasy
| Isabella Loschi |
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TREVISO - Giorgia, a 17 anni, è stata miracolosamente salvata, grazie ad un trapianto di fegato, dopo aver assunto mezza pastiglia di ecstasy, tagliata con veleno per topi. Era il 1999.
Da quel giorno, Giorgia Benusiglio, oggi 36enne, ha deciso di raccontare la esperienza parlando ai ragazzi, nelle scuole, per sensibilizzarli sui rischi legati all'assunzione di droghe. Ogni anno incontra migliaia di ragazzi in tutta Italia, perché il suo errore possa evitare quello di qualcun altro e per dare ai giovanissimi quella giusta informazione che lei non ha avuto.
Ieri Giorgia ha incontrato nell’Auditorium della Provincia di Treviso, trecento ragazze e ragazzi tra i 14 e i 19 anni, oggi altri trecento, nell’ambito del ciclo “Passi verso l’Altrove”.
L’appuntamento promosso dalla Fondazione Zanetti Onlus, ha coinvolto 9 nove istituti scolastici del territorio per sensibilizzare i ragazzi sui gravi pericoli che comporta l'uso, anche sporadico, di sostanze stupefacenti.
“L’età del consumo di droghe è scesa rispetto ad un decennio fa, già ad 11 e 12 anni oggi vengono assunte sostanze. Ormai, infatti, le droghe si acquistano anche sul web ed arrivano direttamente a casa, vengono vendute come profumatori di ambiente, costano poco e sono alla portata di tutti. Negli anni Settanta ed Ottanta la cocaina era considerata la droga dei ricchi, ora è alla portata di chiunque poiché le dosi vengono tagliate con veleni di qualsiasi tipo, lassativi, farmaci scaduti - spiega Giorgia Benusiglio - tutti sanno che la droga fa male, ma pochi sono consapevoli del fatto che basti un'assunzione per finire all'altro mondo”.
Giorgia, che ha da poco pubblicato il suo secondo libro “Io non smetto, la vita è uno sballo” (2018, Piemme), dove spiega ai suoi giovani interlocutori che la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti “è solo un'illusione, una scusa per convincersi di poter gestire una dipendenza che in realtà ti gestisce, e che il vero sballo è essere stupefacenti restando se stessi, senza il bisogno di giocare alla roulette russa con la propria salute”.
Prossimamente nelle sale uscirà anche un film ispirato alla sua storia, “La mia seconda vita”, diretto da Alberto Gelpi, che per una settimana sarà proiettato contemporaneamente nelle sale italiane durante l’orario scolastico.