''Quei platani tutti sbagliati a Vittorio Veneto''
Michele Bastanzetti: ''L’amministrazione pianta, sradica e ripianta alberi destinati ad avere breve vita urbana''
VITTORIO VENETO - “Errare humanum est perseverare autem diabolicum”; lo dicevan già Sant’ Agostino. Dunque...le cosiddette “meteostravaganze” stan portando sul tavolo dei sindaci una pesante problematica: la gestione del verde pubblico d’alto fusto. I grandi costi di manutenzione (spazzamento foglie-occlusione tombini-potature); danni ad asfalto, marciapiedi, linee interrate di ogni tipo; intasamento tetti e grondaie, schianti rovinosi con danni ad immobili ed autovetture, feriti o addirittura il morto. Più le piante si sviluppano in diametro ed altezza, più queste problematiche diventano reali ricorrenti e perniciose. Purtroppo la lodevole intenzione di vivificare le città con gli amici alberi è stata affrontata in modalità fai da te, sia in ambito pubblico che dentro le proprietà private. Pressoché nessuna attenzione verso le varie tipologie arboree e le specifiche caratteristiche, nessuna preoccupazione per gli eventuali spazi di caduta. Per fare qualche esempio, a Vittorio Veneto piantare Ginkgo Biloba (via del Sansovino) o acacie (Nannetti) o pini marittimi (Rizzera) su marciapiedi e a fiancocasa si è rivelata pura sciocchezza.
Certe essenze stan bene nelle foreste, non in centro abitato. Nella tarda primavera ’23 (tempistica non proprio ottimale) son stati piantumati sulla Da Mosto una ventina di Platani dopo che i precedenti avevano in pochi anni distrutto la ciclabile che corre a nord della bretella. Alcuni erano pure pericolosamente inclinati verso centrobretella perché si prendono in pieno il vento da nord. Segati dunque i precedenti, si è pure dovuto scavare in diversi punti l’asfalto, asportare le radici a fil di terra, rifare la massicciata e colare altrettanti visibili tacòn di nuovo asfalto. Schei che parte. Lo stesso lavoro si dovrà a breve fare sugli altri platani più a est, verso l’Emisfero, sanissimi ma che già spaccano la ciclabile in più punti e sono inclinati.
Poi, le nuove piante son già piuttosto alte e, uscite dal vivaio, hanno apparato radicolare striminzito; il che fa presumere che presto si re-inclineranno verso strada, ri-danneggiando la ciclabile. A sto punto l’uomo della strada, ispirato da Sant’Agostino, si chiede: visto che è stato dimostrato l’errore di aver piantato platani in quel posto, perché mai ripeterlo? In interiore homine, insegnava il Padre della Chiesa, sta la risposta. Cerchiamola orsù dentro di noi...