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19 ottobre 2024

Treviso

LA RABBIA DEL PADRE DELLA PICCOLA INVESTITA SUL PUT

"Gli avrei spaccato la faccia, perché lui mi ha spaccato il cuore"

| Mauro Favaro |

| Mauro Favaro |

LA RABBIA DEL PADRE DELLA PICCOLA INVESTITA SUL PUT

TREVISO – “L'avessi avuto tra le mani gli avrei spaccato la faccia, perché lui mi ha spaccato il cuore”. Sono queste le parole che il giorno dopo l'incidente il padre della piccola Gjylsim rivolge al conducente del Ducato che martedì pomeriggio lungo il Put ha investito e ucciso sua figlia di appena nove anni.

“Gli altri miei figli (una di 12 e uno di 11 anni che erano con lei, ndr) mi hanno detto che ha attraversato con il verde e che è stato il furgone a non fermarsi – racconta papà Rifat Zemaj con le lacrime agli occhi – sarà andato almeno a 80 all'ora e l'ha trascinata per una decina di metri: non so se fosse stato ubriaco o se avesse bevuto”.

In centro i ragazzini stavano andando a farsi le foto tessera per il permesso di soggiorno. Rifat, infatti, è nella Marca da dieci anni ma, lavorando allo sfasciacarrozze di via dei Brilli a Quinto, solo il 16 agosto dell'anno scorso è riuscito a chiudere il ricongiungimento familiare portando a Treviso anche la moglie Silvie e quattro figli: Lirie di 13 anni, Lirim di 11, Lyron di 10 e appunto Gjylsim di 9 anni.

“Martedì sono andato in questura all'una, ma mancavano delle foto tessera – racconta il padre – poi nel primo pomeriggio io sono andato a lavorare e loro a far le foto, ma dopo solo un'ora mi è arrivata una telefonata che mi diceva che mia figlia era morta”.

E qui è iniziata la disperazione. “Gjylsim era stata inserita in seconda classe nell'elementare “Azzoni”, ma era bravissima e in pochi mesi aveva imparato bene l'italiano, tanto che mi era arrivata una nota della scuola che mi diceva che avrebbe potuto passare subito in quarta – ricorda Rifat senza più trattenere le lacrime – era intelligente: una volta mi ha detto che voleva fare il medico e che avrebbe voluto curarmi da vecchio”.

Adesso, purtroppo, non potrà più essere così. E ora i suoi genitori, musulmani, aspettano solo il via libera degli inquirenti per poterla portare a casa. “Tornerà nella nostra terra – conclude il padre – io mi trovavo bene qui, soprattutto con mia moglie e i miei figli, ma adesso sono svuotato, spaccato...”.

 


| modificato il:

Mauro Favaro

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