"Scarlets? Squadra fisica che gioca a ritmi molto alti"
Scott Scrafton (Benetton Rugby) presenta la sfida che attende i Leoni sabato
TREVISO - Sabato per i Leoni il terzo round di campionato: i biancoverdi rientreranno a Monigo per affrontare gli Scarlets. A presentare la sfida a BENTV è il seconda linea Scott Scrafton.
Scott, come ti stai ambientando in questa prima avventura europea?
“Mi sta piacendo parecchio Treviso, è una città bellissima. Mi sto abituando al tempo, visto che alcuni giorni piove e poi torna subito il sole. Comunque sono davvero contento di essere qui”.
Che differenza stai notando tra il rugby dell’Emisfero Sud e dell’Emisfero Nord?
“E’ abbastanza diverso il rugby europeo da quello dell’Emisfero Sud. Qui c’è maggiore fisicità, ma probabilmente il ritmo di gioco è un po’ più lento. Abbiamo vinto bene con Glasgow, mentre fuori casa con Leinster è stato difficile. Personalmente penso di aver tratto diversi insegnamenti dal match di Dublino; Leinster è uno dei più grandi club in Europa“.
Cosa cambia per il tuo ruolo in seconda linea?
“Come seconda linea, qui devo cercare di essere più fisico durante il gioco, si tratta di perfezionare le mie prestazioni in maul, mischia e nelle touche. Fa parte del processo di apprendimento personale e mi stimola a fare bene”.
Quali errori da non ripetere rispetto alla gara di Dublino?
“Dobbiamo essere più accurati nei nostri set pieces, a partire dalle maul e dalle mischie. Ma anche nel nostro gioco al piede: dovremmo controllare meglio il gioco aereo, vincere più palloni in aria, gestirli bene e capire quanto sia importante fare ciò”.
Arrivano gli Scarlets. Che tipo di squadra è quella gallese?
“Essendo alla prima esperienza in Europa, per la prima volta giocherò contro gli Scarlets. Sono una squadra potente fisicamente, a cui piace giocare un rugby dal ritmo alto e conosco un paio di loro giocatori provenienti dalla Nuova Zelanda. Per noi si tratterà di controllare bene l’ovale e controllare il ritmo del match, pareggiare la loro fisicità e contrastare i loro avanti”.
Quanto sarà fondamentale il fattore casalingo?
“Giocare in casa di fronte ai propri tifosi e alle proprie famiglie ti stimola ancora di più, col supporto dei tuoi tifosi. Fuori casa è più complicato, in condizioni meteo diverse e dopo un lungo viaggio, perciò si può dire che in trasferta è come se ti trovassi fuori dalla “comfort zone”. Sabato a Monigo dovremo dare il nostro meglio e giocare un ottimo rugby”.