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24 aprile 2024

Castelfranco

Scatta l'esposto e la diffida: dopo che è finita sui social la telefonata di un presunto Covid Point

Indignazione e vie legali in Pedemontana, per aver messo alla berlina una persona fragile

| Maria Elena Tonin |

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| Maria Elena Tonin |

call center

PEDEMONTANA DEL GRAPPA - Nome e cognome in una registrazione collegata all'esigenza di fare un ulteriore tampone perchè quello appena fatto è positivo, che dal call center che sembrerebbe essere quello di un Covid Point istituzionale arriva ai social e da qui, è facile immaginare, sulla bocca di tutti. Se già questo è violazione della privacy e quindi reato, c'è pure l'aggravante che ad essere stata messa alla berlina sia una persona che appartiene alle fasce fragili della popolazione.

 

Una registrazione di cattivo gusto, in cui si sentono chiaramente le voci delle operatrici, dei rumori di sottofondo che sembrano delle risatine, la reazione scomposta di quello che chiameremo "Angelo", chiaramente in uno stato di fragilità, che si lascia poi andare ad un lungo sciorinare di imprecazioni, finchè la telefonata si chiude. Dopo poche ore la registrazione è sui social e l'uomo messo alla pubblico ludibrio. Alcuni ex amministratori del paese della pedemontana dove l'uomo risiede, non ci stanno e prendono in mano la situazione, arrivando a fare un esposto.

 

La vicenda risale allo scorso 4 dicembre, e all'esposto si aggiunge anche una diffida sempre per violazione della privacy diretta alle istituzioni sanitarie, ma è stata resa nota solo in queste ore, per sensibilizzare l'opinione pubblica sulla serietà di quanto accaduto. "Il fatto è molto grave, lede in modo pesante la dignità personale - spiegano gli autori dell'esposto e della diffida -. Ci era stato segnalato quasi subito da alcuni giovani del paese, sdegnati per quanto stava accadendo e noi, conoscendo tra l'altro molto bene la situazione di fragilità, per il ruolo istituzionale che che abbiamo ricoperto, non potevamo rimanere in silenzio".

 

"L'esposto è stato inviato - precisano poi, concludendo - al Garante della Privacy, Carabinieri, Polizia Postale, Sindaco del Comune dove risiede la vittima e all'azienda sanitaria di competenza per segnalare la grave violazione, ma anche per avere chiarimenti sulle procedure attivate dalle istituzioni sanitarie, per mantenere la segretezza dei dati. Poichè dopo due mesi, non non abbiamo ottenuto alcuna risposta, abbiamo inivato anche una diffida per esposto, questa volta diretta solo all'azienda sanitaria. Sappiamo che i carabinieri hanno fatto le indagini...". Una risposta potrebbe chiarire se si è trattato di un comportamento poco professionale o di uno scherzo ben architettato: in entrambi i casi comunque è stata lesa la dignità di una persona vulnerabile e qualcuno ne dovrà rispondere.

 

FOTO di repertorio, call center generico

 


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Maria Elena Tonin

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