I social in tilt ci mandano in tilt
Disorientamento (o panico) da interruzione a sorpresa delle due maggiori piattaforme: Facebook e Instagram
| Emanuela Da Ros |
TREVISO - E‘ bastata un’interruzione di un’ora (forse meno) per creare il disorientamento (qualcuno lo chiamerebbe addirittura panico) da social. Su whatsapp - in mancanza d’altro - i messaggi sono lievitati: Non funziona Facebook! Non funziona più Instagram! Che succede? Ovviamente qualcuno ci ha visto del complottismo. Il mar Rosso, la rete internet globale che ci passa sotto, i droni, e feromoni dei pesci…l'attentato alla socialità online. Cose dell’altro mondo, cioè di quello virtuale, che - inutile dire No no io no - abitiamo più di quello reale.
Be’, che succede o meglio - visto che la situazione si è socialnormalizzata - che è successo alle piattaforme Instagram e Facebook oggi pomeriggio non lo possiamo dire con certezza. Propendiamo - noi disorientati dai social - per lo sciopero dell’algoritmo. Anzi: degli algoritmi. Erano stufissimi l’Agoritmo e i suoi fratelli di suggerirci cosa guardare, comprare, vedere per l’ennesima volta su quel luna park di video,news, foto che frequentiamo appena possiamo (cioè quasi sempre) e per un po’ ci ha lasciato respirare. Solo che il respiro - anche questo era prevedibile - è diventato un sospiro. Paralizzante. Mettendo in evidenza la nostra dipendenza.
Se non c’è più Facebook, che sto a smanettare a fare? Se non c’è Instagram dove li trovo i video? le foto? le notizie? E soprattutto a chi affido le mie pretiosissime opinioni? Al canarino? Acuendo la crisi di identità social, il blackout ci restituito uno specchio vuoto - non raggiungibile, non accessibile - dentro cui manco un’argomentazione a forma di pollice è possibile vedere riflessa, figuriamoci la nostra altervita.
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