Lo smartworking potrebbe rappresentare la risposta per una ripresa del terziario
Unascom-Confcommercio fanno il punto sulla situazione dopo il lockdown
TREVISO - Che la pandemia avrebbe imposto un cambio di scena nella dimensione economico-produttiva risultava lampante già nelle prime settimane di chiusura totale. Quali trasformazioni siano intervenute, e quanto in profondità siano andate, sono analisi che si comincia a fare adesso. Come stamattina al “Terziario Day”, promosso da Unascom-Confcommercio, a Treviso nella Camera di commercio, dove è stato presentato il rapporto ufficiale sul terziario della Marca.
Dedicato in buona parte a comprendere cosa ha subìto il mondo produttivo nella prima metà dell’anno e come si è risvegliato dal brutto sogno del lockdown. E se in sofferenza sono andati il terziario (-0,4%), il commercio (-1,5%) e il turismo (-0,2%), i servizi sono invece aumentati (+0,5%), in particolare quelli finanziari (+1,4%). Luci e ombre nel settore commerciale: in difficoltà il non alimentare (-2,9%), come difficile è stata la traversata per ristorazione (-0,6%) e agenzie di viaggi (-2,8%).
Ma sono i contratti di lavoro ad aver avvertito una scossa tellurica di una certa intensità: 3.950 i posti di lavoro con contratto dipendente che sono venuti meno, malgrado l'aumento dei rapporti a tempo indeterminato (+1.935). Il tempo determinato, invece, di posti di lavoro ne ha persi 5.135. Difficoltà anche per lavoro somministrato (-550 posti) lavoro) e intermittente (-490 posti di lavoro).
E' la prospettiva del'impiego però che interessa a Unascom-Confcommercio e al presidente di EBiCom, che ha elaborato il General Report: “Se molte imprese si sono salvate con lo smartworking, occorrerà trasformarlo da soluzione tampone in occasione di lavoro strutturato” - avverte Massimo Marchetti. “La sfida è di accompagnare questo cambiamento trasformando in crescita ed occupazione quello che potrebbe essere precariato”.