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12 gennaio 2025

Treviso

SPACCIATORE ARRESTATO: "MI FIDAVO DEL SANTONE"

Da operaio incensurato a corriere della droga. Un santone gli aveva detto che tutto sarebbe filato liscio

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

Treviso – Da operaio incensurato a trafficante di droga. Youssif Mohamed Awal, 35enne ganese è stato arrestato con l’accusa di traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Aveva con sé ben 2.5 kg di cocaina purissima. Dallo scorso giugno aveva deciso di dedicarsi a un’attività lavorativa decisamente più redditizia, ma anche più pericolosa.

La Squadra mobile della Questura di Treviso, diretta da Riccardo Tumminia, si è messa sulle sue tracce ed è riuscita ad arrestarlo ieri alla stazione di Treviso, giusto in tempo, prima che la bianca sostanza fosse distribuita ai consumatori della nostra provincia. Opportunamente tagliata sarebbe raddoppiata in quantità.

I poliziotti della sezione antidroga della Squadra mobile hanno, dunque, messo a segno l’ennesimo colpo per contrastare il traffico di sostanze stupefacenti. Le manette ai polsi dell’africano – con regolare permesso di soggiorno e residente in via Interna 2 a Godega di S. Urbano -sono scattate ieri alle 13 alla nel corso di un blitz molto discreto, visto che a quell’ora il posto pullulava di pendolari. Lo straniero arrivava dall’aeroporto di Venezia. Era atterrato allo scalo veneziano con un volo da Bruxelles.

All’aeroporto belga era arrivato con un volo proveniente dalla Guinea. La coca, che al mercato del consumo sarebbe valsa circa 500mila euro, era stata strategicamente sistemata all’interno di una valigetta - che custodiva un personal computer, utilizzato come specchietto per le allodole - che a sua volta era contenuta in un trolly.

Ai controlli presso ben tre aeroporti la droga era riuscita a passare inosservata proprio per come era stata fatta aderire alle pareti della valigetta che i poliziotti trevigiani hanno dovuto completamente sventrare prima di riuscire a recuperare l’illecita merce il cui trasporto era stato studiato davvero nei minimi dettagli. All’interno della valigetta – nel tentativo di confondere le idee – c’erano anche dei farmaci per favorire la diarrea e una crema lubrificante, giusto per far credere agli eventuali investigatori che la droga era stata ingerita.

Prima di essere tradotto al carcere di santa Bona, Awal è stato accompagnato al Ca’ Foncello per accertare che non vi fosse, comunque, traccia di ovuli. In ospedale, in lacrime, l’uomo ha confessato di essere a conoscenza dei rischi - anche mortali – a cui si va in contro ingerendo ovuli di droga. Ma, tant’è, ha preferito ugualmente correre il rischio, forse anche rassicurato dalle parole di un santone che in Africa, poco prima dell’imbarco, gli aveva assicurato che l’operazione si sarebbe conclusa positivamente.

Fortunatamente si sbagliava. L’operazione odierna - ha spiegato il capo della Mobile - è frutto di un’intensa attività investigativa e di una efficacie rete informativa. Insospettiti dal fatto che il ganese non risultava più dipendente del mobilificio, ma che ciò nonostante continuasse a pagare regolarmente le rate del mutuo per la casa (1.000 euro al mese a fronte di una prestito concesso di 160 mila euro) i poliziotti hanno cominciato a sentire puzza di bruciato e a tenere sottocontrollo l’uomo che fino ad ora non aveva mai avuto problemi con la giustizia, salvo quando, nel 2002, era sbarcato a Lampedusa da clandestino.

La sua posizione era stata sanata e fino a giugno aveva sempre avuto una condotta irreprensibile anche nel luogo di lavoro, un mobilificio di Gaiarine. Tumminia ha sottolineato che ultimamente i paesi del Nord Africa, in particolare Mauritania e Guinea Bissau, sono diventati dei luoghi molto ambiti dai trafficanti colombiani per stoccare la coca che viaggia prevalentemente in aerei tipo Cesna che atterrano in piste di fortuna organizzate delle locali attività criminali.

In alto: Youssif Mohamed Awal - Sopra: il capo della squadra mobile Riccardo Tumminia mostra la cocaina sequestrata.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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