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06 maggio 2024

Treviso

SVINCOLO A S. ANGELO: "UN NUOVO CASO DI MALA-VIABILITA’"

Secondo l’esponente dell’IdV la nuova viabilità che collega la tangenziale penalizza residenti e studenti della scuola media Mantegna

| Laura Tuveri |

| Laura Tuveri |

SVINCOLO A S. ANGELO:

TREVISO - Parla di caso di “mala-viabilità” da parte di Ca’ Sugana Giovanni Smali (nella foto), responsabile Aree tematiche dell’IdV provinciale, in relazione all’apertura a S. Angelo dello svincolo per la tangenziale. L’esponente dell’Italia dei Valori afferma, infatti, che dopo tale scelta nei giorni scorsi è stata posta la nuova segnaletica per indicare a chi proviene da Quinto la via migliore da seguire.

“Purtroppo con un' incomprensibile scelta – afferma l’arch. Smali - tali indicazioni anziché indirizzare i veicoli verso le principali vie di scorrimento, per esempio le vie Sant’Angelo e Michelangelo, conducono gli automobilisti direttamente tra i vicoli interni ai caseggiati e antistanti le scuole medie Mantegna”.

In pratica sbucano in via Priamo Tron, una strada stretta circa 5 metri, senza marciapiedi e densamente abitata, con molte case che si affacciano su di essa, ma anche via Giulio Cornelio Graziano, un’ altra stradina caratterizzata da alta densità di abitazioni prospicienti la via e, soprattutto, dalla presenza della scuola media del quartiere, finora ad posta in zona riparata dal grande traffico.

“Ancora una volta l’amministrazione comunale di Treviso ha perso l’occasione per dimostrare competenza e capacità ai suoi cittadini. A nostro avviso – prosegue l’esponente dell’IdV - la scelta più indicata sarebbe stata senz’altro quella di indirizzare automobili e camion lungo le vie Sant’Angelo e Michelangelo, più larghe e dotate di marciapiedi, pur allungando di poco il percorso, ma offrendo maggiore sicurezza agli abitanti e ancor di più agli studente delle Mantegna.

Questo fatto, piccolo quanto grave, testimonia – affonda Smali - la superficialità e l’improvvisazione di questa amministrazione che non è in grado di governare le trasformazioni urbane, contraddicendo, come in questo caso, anche i manuali di urbanistica. Questi vorrebbero infatti, come nella circolazione sanguigna, una viabilità gerarchica, cioè con grandi arterie di scorrimento interurbano, strade di scorrimento urbano e, per ultime, vie di quartiere o di distribuzione capillare, spesso a “cul de sac”, cioè chiuse, in maniera che nessuno le usi al di fuori degli abitanti. Tutto questo non è fantascienza ma è ciò che succede costantemente nelle città d’Oltralpe”.

E tutto questo, secondo l’arch. a rischio e pericolo di pedoni, ciclisti, residenti, anziani e scolari, che secondo Smali sarebbero “ospiti” delle automobili, per le quali tutto è pensato e progettato.

L’esponente del partito fondato da Antonio Di Pietro se la prende anche con la situazione delle indecente delle piste ciclabili definite “a singhiozzo”, ovvero realizzate di “brevi tratti scostanti, scollegati, a sezione variabile in mezzo ai marciapiedi o volteggianti attorno ai pali”. “Con tutta la buona volontà, anche in questo caso, non possiamo appellarci sempre ai fattori esterni, come la mancanza di fondi o altro, questa è pura incapacità di governo, tanto più per un’amministrazione che comanda ininterrottamente da sedici anni, e che gode di troppa fiducia”.

 


| modificato il:

Laura Tuveri

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