Il Tartufo nero del Grappa è in lizza per diventare Presidio Slow Food
Di questo prodotto si hanno notizie fin dal Seicento e dopo un periodo d’oblio ora sta vivendo una stagione di riscoperta
PIEVE DEL GRAPPA – Da qualche settimana è iniziata una rassegna enogastronomica che vede protagonista un alimento per veri gourmet, il Tartufo nero del Grappa. A riportare in auge questo prodotto di nicchia ha contribuito anche l’associazione della Strada del Vino Asolo e Montello, in collaborazione sei ristoranti del territorio, con l’iniziativa “Recantina & Tartufo del Grappa”, per degustare questa prelibatezza che non tutti conoscono. Infatti, pur se si hanno testimonianza di questo fungo ipogeo fin dal Seicento, il Tartufo del Grappa ha conosciuto, in tempi recenti, un periodo di oblio fino a oggi. Riscoperto in tempi recenti ora il Tartufo nero del Grappa è addirittura in lizza per diventare Presidio Slow Food.
“Le più antiche testimonianze sul Tartufo nero del Grappa risalgono alla Repubblica di Venezia; addirittura, alla fine del Seicento, a Crespano del Grappa si teneva una fiera del tartufo locale e, in una guida datata 1780, compaiono le “tartuffole”, cioè i tartufi, prodotti tra Cornuda e Romano d’Ezzelino – spiegano dalla Strada del Vino Asolo e Montello -. Purtroppo, il pesante disboscamento attuato nell’area del Grappa fino alla fine dell’800 e le successive devastazioni inflitte dalla Grande Guerra hanno modificato l’habitat naturale del tartufo, facendo quasi scomparire il delizioso fungo ipogeo. Oggi, dopo il graduale rimboschimento del Massiccio del Grappa e con l’impegno di un gruppo di amanti del territorio, il “Diamante nero” è tornato a farsi apprezzare in tavola, valorizzato dalla maestria dei ristoratori locali”.
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