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20 dicembre 2024

Valdobbiadene Pieve di Soligo

Tra il giardino di Toti Dal Monte e il giardino di Furia (il pony)

Incontro bellissimo (e molto peloso-piumoso) con Enrico Dorigo (che cura il giardino e la tomba di Toti Dal Monte a Barbisano) e i suoi maialini vietnamiti

| Emanuela Da Ros |

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| Emanuela Da Ros |

enrico dorigo

PIEVE DI SOLIGO - Il vero animale da guardia è l’oca. Quindi se avete qualcosa di prezioso da proteggere, accogliete il suggerimento ad ali spiegate. Personalmente non terrei mai un’oca in casa (ne sono terrorizzata), ma Enrico Dorigo non la pensa come me. Enrico, oltre alle oche, tiene in casa circa 250 animali. Be’, non proprio dentro la bella abitazione di via Tacchini a Pieve di Soligo: all’esterno, nel parco-giardino che ha trasformato in una simpatica fattoria.

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Oltre alle oche - che lanciano l’allarme appena mi vedono (e magari ne hanno tutte le ragioni) - da Enrico si incontrano galline di tutte le razze - anche la timida moroseta, col ciuffetto punk scompigliato ad arte, oche del Nilo (che hanno una fame ancestrale e divorano tutto ciò che gli capita a tiro: galline o topi), anatre mute (le batalone), fagiani selvatici ma paradossalmente addomesticati (pur essendo liberi si guardano bene dal volare oltre il recinto), tacchini, galli e germani reali, pavoncelle, colombi, canarini, cocorite. Passeggiando tra prati e terra battuta succede di trovarsi - letteralmente - tra i piedi dei porcellini d’India (i maschi della nidiata, che Enrico ogni tanto allontana dalle femmine, “se no - dice - quelle si riproducono a vista d’occhio”). Nelle gabbiotte o tra i tappeti di fieno stuzzicano la curiosità e il desiderio di coccole anche conigli nani, conigli comuni, la capra Iole, e le pecore Silenziosa e Chicca. All’appello, a questo punto, mancano Peppona e Peppina: due maialine vietnamite che sono timorosissime: Enrico cerca di sedurle con del mais, ma il timore di un incontro ravvicinato con la sottoscritta è più forte del piacere di sgranocchiare qualche chicco. Una fattoria non sarebbe tale senza un pony (quello di Enrico si chiama Furia, anche se ha l’aria paciosissima), il labrador Ana (la vera guida del tour) e cinque gatti: Micio, Lollo, Macchia, Margherita e Red.

 

Enrico, quando è nata la tua passione per gli animali?

L’ho sempre avuta, in realtà. Mio padre proprio in questa casa allevava qualche bestia. Un tempo aveva anche dei cavalli da sella, e infatti il mio sogno era quello di aprire un maneggio e una piccola scuola di equitazione. Le circostanze però mi hanno portato in un’altra direzione e visto che… un animale tira l’altro, in pochi anni mi sono circondato di pennuti e quadrupedi delle specie più disparate. Tutto, a quanto pare, è partito da due agnellini. Enrico Dorigo, 58 anni, e la moglie Olga, 53, nove anni fa decidono di adottare due degli agnellini che i pastori in transumanza erano decisi ad abbattere perché troppo fragili. Pensano di tenerli soprattutto per far piacere ai nipoti (sono nonni di Alex, Aledia e Alyssa), ma poi ci si affezionano e la “famiglia” si allarga. Per dar da mangiare e pulire tutti gli animali Enrico impiega tre o quattro ore nell’arco della giornata. “Ed è un lavoro - sottolinea la moglie Olga - che vuole fare personalmente perché non si fida troppo degli altri, e - anche se non lo ammette - è geloso dei suoi animali”. Geloso, ma non troppo. Perché l’idea di Dorigo è quella di mettere la sua fattoria a disposizione degli altri, bambini o adulti che siano. “I progetti sono tanti - spiega - ma non sempre di facile realizzazione. La proprietà comunque è adiacente a una piccola strada pedonale che oggi consente a tutti di avvicinare gli animali e interagire con loro, e in effetti c’è qualche affezionato che ogni giorno passa a portare del pane avanzato a Peppina o a Iole. Gli animali trasmettono affetto e gioia e osservarli, passare del tempo con loro riconcilia con la vita. Creando questa piccola fattoria mi sono sentito realizzato. Avevo iniziato a lavorare in fabbrica a 14 anni e per 35 anni non ho fatto altro. Poi la fabbrica ha chiuso e mi sono trovato senza un lavoro fisso, con tanto tempo a disposizione e un bel sogno ancora tutto da concretizzare. Certo, a 58 anni, non ho abbastanza contributi per andare in pensione, ma qualche contratto part time mi consente di portare a casa un piccolo stipendio - gli animali costano tantissimo! - e di praticare le attività che mi gratificano”. Enrico infatti ora lavora come grigliatista (e tuttofare, aggiunge) al ristorante La Staccionata, e cura sia la villa che la tomba della celebre Toti Dal Monte, il soprano lirico leggero amato da Andrea Zanzotto, alla quale Pieve di Soligo ha dedicato un museo. “Il giardino, il piccolo bosco e l’abitazione di Toti Dal Monte - spiega Enrico Dorigo - richiedono cure costanti, così come la tomba del soprano che cerco di tenere pulita e piena di fiori in ogni stagione”.

 

Anche a Villa Toti Dal Monte pascolano degli animali?

“No. Però a volte è possibile imbattersi in qualche capriolo”. Quando mi ha parlato di Enrico Dorigo, l’amica Vanna Ortolan ha sottolineato che è un personaggio eclettico. E i suoi dipinti ad olio, la collezione di rami e di antiche ceramiche che arredano l’interno della casa, lo confermano. “Sì - ammette lui - anche l’arte e il collezionismo sono alcune delle mie passioni: alcune di quelle che la vita ci regala generosamente ogni giorno”.

 


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Emanuela Da Ros

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