Treviso, sospeso il servizio recupero del Centro:"Animali selvatici feriti lasciati nelle mani dei cittadini"
Le associazioni animaliste e ambientaliste trevigiane chiedono un incontro urgente a Zaia
| Isabella Loschi |
TREVISO - In Provincia di Treviso resta sospeso il servizio di recuperi degli animali selvatici, di cui si occupava che fino alla fine del 2020 il Centro regionale di Treviso per il recupero, cura e custodia degli animali selvatici. Nonostante le rassicurazioni della Provincia e dell’assessore regionale sull’apertura del centro in via Cal di Breda a Treviso, le associazioni animaliste e ambientaliste trevigiane tornano sul problema della sospensione del servizio di recupero della fauna selvatica in difficoltà (sospeso dal 1 gennaio 2021 come confermato in una mail inviata alle associazioni dal settore Protezione Civile, Attività produttive e Polizia Provinciale della Provincia di Treviso, ndr).
“Siamo felici che per il funzionamento dei centri di recupero cura e custodia degli animali selvatici feriti, la Regione Veneto abbia stanziato il doppio della cifra dello scorso anno, come affermato dall’assessore Corazzari, il problema è che, almeno a Treviso, quei fondi rischiano di non essere spesi perché non è assicurato il servizio di recupero degli animali selvatici feriti, lasciato irresponsabilmente nelle mani dei cittadini” - dicono le associazioni trevigiane Lac, lav, Leidaa, Lipu, Oipa, Progetto Riccio Europeo e Wwf, rispondendo all’affermazione dell’assessore regionale alla caccia e pesca, secondo il quale non vi sarebbe stata alcuna interruzione nel servizio di recupero.
“Se il servizio di recupero è sospeso è evidente quindi che nessuno mai interverrà per recuperare un animale selvatico ferito – sia esso un pettirosso oppure una volpe – ma dovranno essere i cittadini a farlo”. “A questo punto chiediamo all’assessore Corazzari come dovranno agire i cittadini – insistono le associazioni - utilizzando mezzi propri? E come dovranno comportarsi rispetto alle restrizioni Covid? E rispetto all’emergenza Aviaria?” E tutto ciò lo potranno fare solo dopo avere fissato un appuntamento telefonando tra le 9 e le 11. “Ma se il pettirosso o la volpe di cui sopra viene recuperato alle 12, dovrà rimanere in custodia dallo stesso cittadino fino alle 09 del giorno successivo quando, dopo l’agognata telefonata e sperando che sia ancora vivo, finalmente potrà essere portato a destinazione?”, si chiedono gli animalisti.
“E’ evidente a chiunque che quello organizzato dalla provincia di Treviso non è affatto un servizio di recupero della fauna selvatica ferita. Lasciare nelle mani dei cittadini l’onere di recuperare e trasportare un animale ferito, può comportare dei rischi per le persone, non si comprende per quale motivo la Regione abbia deciso di operare in tal senso, nonostante i fondi a disposizione del centro trevigiano siano stati raddoppiati”.
Per questo le associazioni hanno chiesto un incontro urgente al presidente Zaia. “Avremo così modo di metterlo al corrente delle tante chiamate ricevute dai cittadini che dopo aver trovato animali selvatici in difficoltà, non sono riusciti a mettersi in contatto con il centro di recupero di Treviso, anche negli orari indicati dall’amministrazione. Il nostro unico interesse ora, è che il servizio sia ripristinato quanto prima, dando risposte concrete ai cittadini 24 ore al giorno per 7 giorni la settimana, a garanzia delle cure e della riabilitazione degli animali e per scongiurare inutili rischi all’incolumità dei cittadini.”
Sul tema sono intervenuti anche i Verdi di Treviso: “Tale lacuna, oltre che aver già comportato la morte di molti animali che non hanno potuto essere curati in tempo, rappresenta una grave violazione delle normative nazionali e regionali in vigore”. “Non da ultimo - continua la Federazione dei Verdi Europa Verde di Treviso - si qualifica come una profonda mancanza di rispetto nei confronti dei volontari delle associazioni animaliste del territorio, che, oltre ad aver sempre garantito la loro massima disponibilità affiancando gli enti preposti nelle attività di recupero e cura degli animali feriti, hanno più volte, e per tempo, sollecitato la Regione per avere risposte certe in merito alla continuità del servizio”.