Turetta, lo scotch, i coltelli e l'accusa di premeditazione
'Li avevo già in macchina', le contestazioni del pm
| Ansa |
VENEZIA - Il nastro adesivo comprato pochi giorni prima del delitto, spiegato con la necessità "di attaccare il papiro di laurea" di Giulia. I due coltelli da cucina in una tasca della macchina, ma motivati col fatto che lui, Filippo, aveva avuto "dei pensieri suicidi". Sono due degli elementi, per la Procura, a supporto dell'ipotesi di premeditazione del femminicidio di Giulia Cecchettin, sui quali Filippo Turetta è stato chiamato a lungo a rispondere nell'interrogatorio reso in carcere il primo dicembre al pm della Procura di Venezia Andrea Petroni, E che, nel caso di un processo, è probabile diventino il terreno su cui la difesa dovrà dimostrare che, invece, lo studente di Torreglia non aveva pianificato l'omicidio.
"Erano coltelli da cucina presi da casa mia - si legge tra le risposte date da Turetta al pm - durante quella settimana, qualche giorno prima - del delitto ndr - mercoledì, o giovedì. Li avevo messi in macchina perchè avevo avuto pensieri suicidi; li temevo lì per usarli, qualora avessi voluto attuare i miei propositi". Poi lo scotch: "questo è il nastro adesivo che avrei utilizzato per le festa di laurea di Giulia, per attaccare il papiro" risponde Filippo, quando nell'interrogatorio gli chiedono, mostrandogli una foto, del pezzo di scotch con tracce pilifere ed ematiche recuperato dai Carabinieri dopo il massacro nella zona industriale di Fossò. Turetta aveva anche un terzo coltello, l'unico trovato sulla Fiat Punto al momento del suo arresto in Germania, acquistato da Filippo in un negozio a Berlino, durante la fuga, pagato in contanti.
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