Un nuovo Santo a Treviso: è il missionario comboniano Bernardo Sartori
Innalzato agli altari da Papa Francesco, il religioso originario di Falzè ha vissuto in Uganda per cinquant'anni, sempre a fianco del popolo. Combatté sul Piave durante la Prima Guerra mondiale
TREVISO - Ha un nuovo santo in Paradiso la diocesi di Treviso. Padre Bernardo Sartori, dei Missionari Comboniani, è stato riconosciuto venerabile. Il Papa ha infatti dato via libera ieri alla pubblicazione del decreto riguardante le virtù eroiche del religioso di origine trevigiana nell’udienza concessa al cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi.
Nativo di Falzè di Trevignano, Bernardo Sartori frequentò il Seminario di Treviso fino alla Seconda Teologia e poi entrò tra i missionari Comboniani. Trascorse più di cinquant’anni in Uganda, dove morì, a Ombaci. Felicità mista a stupore nel paese natale dove le campane hanno suonato per dieci minuti a distesa. Il parroco, don Silvio Caterino: “E’ una notizia che riempie di gioia anche perché arriva un po’ inaspettata. Il processo sembrava fermo da un po’. Arriva, poi, in un momento in cui si guarda avanti a fatica e questa bella notizia infonde una carica e un entusiasmo davvero straordinari”.
Bernardo Sartori fu cresimato il 5 ottobre 1906 da mons. Andrea Giacinto Longhin, altro beato. Nel 1908 entrò nel seminario diocesano di Treviso e, nonostante difficoltà di ordine economico e un anno trascorso a casa per l’opposizione del padre, l’8 dicembre 1914 fu ammesso alla vestizione clericale. Lo scoppio della Prima guerra mondiale lo vide con altri seminaristi sul fronte del Piave. L’11 marzo 1917 fu chiamato alle armi. Assegnato a 113° reggimento di Fanteria, 7ª compagnia, zona di guerra, alcuni mesi dopo fu trasferito alla 5ª Compagnia di Sanità dell’ospedale militare principale di Padova. Fu durante questo tempo di grandi sofferenze che avvertì la vocazione missionaria. Il 26 agosto 1919 fu congedato definitivamente e lo stesso anno rientrò in Seminario dove frequentò regolarmente i primi due anni di Teologia. In terza Teologia entrò (il 20 dicembre 1921) nel noviziato missionario comboniano di Varese. Ordinato prete il 31 marzo 1923 dal vescovo Longhin, si trasferisce nel foggiano per fondare a Troia il seminario missionario.
Per l’Uganda partì il 5 novembre 1934 con destinazione Arua. Qui vivrà quasi cinquant' anni di infaticabile e zelante ministero, condividendo la vita e le sofferenze del popolo: la Seconda guerra mondiale con la fine del colonialismo e le tensioni per l’indipendenza; le sofferenze di tutti con la dittatura militare di Idi Amin Dada; negli ultimi anni la terribile esperienza della guerra civile con la caduta della dittatura, la liberazione dei tanzaniani e la successiva situazione d’insicurezza e di lotte intestine. Padre Sartori fu partecipe fino alla fine delle vicende del suo popolo, vivendo da profugo tra i profughi quando nel 1979 seguì la sua gente in Zaire. Innumerevoli le opere compiute, attraverso le quali contribuì allo sviluppo sociale della popolazione. Fino alla fine, rimase un punto di riferimento per tutti, una certezza per la popolazione sconvolta dagli avvenimenti, fino alla sua morte, nel mattino di Pasqua del 1983.
Il Vescovo Michele Tomasi ha accolto con gioia la notizia, augurandosi che si possa conoscere meglio questa bella figura di missionario appassionato, che ha dedicato tutta la sua vita al popolo ugandese e alla diffusione del Vangelo. Un religioso che è sempre rimasto legato alla sua comunità, alla diocesi e al Seminario di Treviso dove si era formato fino ai primi anni della Teologia.