Un po’ di emozione ma anche qualche timore con la riapertura delle scuole per i corsi di recupero
Al liceo Canova di Treviso docenti e studenti ci hanno raccontato il loro ritorno in classe
TREVISO - La prova generale del nuovo anno scolastico è stata oggi. Anche nella Marca, le porte delle aule scolastiche sono state aperte di prima mattina per le attività di recupero, denominate PAI (perché un acronimo, nella scuola italiana, non si nega e niente e a nessuno). La scuole trevigiane hanno quindi cominciato a ripopolarsi: nessun pienone (ancora) e quindi la condizione migliore per sperimentare, sul campo e non sui tavoli ministeriali o degli uffici scolastici provinciali, i protocolli anti-covid predisposti per il rientro a scuola lunedì 14 settembre.
Mascherine, gel, autocertificazione: uno alla volta gli studenti sono entrati in classe. Ad attenderli i docenti, “in postazione”, nell’area delimitata a terra da un nastro grigio. Al Liceo classico “A.Canova” la Preside, Mariarita Ventura, è passata di aula in aula – dopo settimane alle prese con metro e misurazioni – a illustrare le norme. Il classico sarà uno degli istituti che garantirà le lezioni in presenza.
Tira un sospiro di sollievo il prof. Giuseppe Rao, docente di Latino e Greco: “Della DaD non se ne poteva più! Mi auguro che i tecnocrati lo abbiano capito. Adesso speriamo solo che questo “passaggio” venga al più presto riassorbito. Temo però non sarà proprio così immediato”. Entusiasta di aver fatto finalmente ritorno in aula la prof.ssa Sara Parcianello, insegnante di Spagnolo al Liceo Linguistico: “Rivedere i colleghi, ricominciare la consuetudine del confronto su progetti e attività didattiche… Persino rimettersi davanti al fotocopiatore: una emozione unica stamattina, al rientro”.
Meno entusiasti i ragazzi, all’uscita dalla scuola: “Siamo preoccupati. La pandemia non è finita. Il virus pare abbia ripreso la corsa. Saremo in tanti dentro la scuola” – osserva pensieroso Alessandro. Giulio gli fa eco: “Con i trasporti come la mettiamo? Bus pieni all’ottanta per cento. Poi vedremo in quanti saliranno…”. Le curve dei contagi li impensieriscono. La voglia di tornare a scuola c’è ma il timore, al momento, prevale.
Roberto Grigoletto