Veneto indipendente, è valido il voto di Toni Sugaman?
Il parere tecnico di Daniele Benucci, informatico coneglianese
| Andrea De Polo |
CONEGLIANO - Nell’attesa (speranza) che il promotore del referendum online sull’indipendenza del Veneto, Gianluca Busato, spieghi come (e quando) sarebbero stati eliminati i voti fasulli, un informatico coneglianese trentenne, Daniele Benucci, ci dà un parere tecnico. Per spiegarci perché quei 2 milioni e 300 mila voti cozzino, decisamente, con la logica, e il buon senso. Senza mettere in discussione il valore politico dell’iniziativa.
Può esistere un programma che, come afferma Busato senza scendere nei dettagli, confronta il numero delle carte d'identità con l'anagrafica elettorale, e scarti i nominativi che non coincidono?
A livello tecnico sì: non sarebbe molto diverso rispetto a quanto già troviamo nel sito dell'ACI per il calcolo degli importi del bollo auto inserendo il numero di targa. Avendo a disposizione un elenco con i dati anagrafici dei cittadini e i numeri delle loro carte d'identità, o un servizio web che dato il numero di carta d'identità fornisca le restanti informazioni, il verificarne la corrispondenza con i dati inseriti dai votanti per ottenere il codice è un'operazione piuttosto semplice e rapida. La vera questione è se questi dati siano legittimamente ottenibili e accessibili da chiunque oppure, ad esempio, limitati per la consultazione solo da parte degli organi competenti (ad esempio istituzioni e forze dell'ordine).
In effetti il "match" fra dati non sembrerebbe gran cosa, e quindi perché non è stato fatto subito, al momento del voto? Perché..."di notte"? Intanto i voti sono stati contati.
Normalmente nei grossi sistemi le operazioni più pesanti sono eseguite durante la nottata per evitare di rallentare le altre operazioni in tempo reale o il lavoro degli operatori. La verifica della corrispondenza dei dati in questione è però un'operazione che anche il più lento dei computer è in grado di eseguire, mal che vada, in una manciata di secondi, quindi potrebbe essere effettuata tranquillamente in tempo reale. Per intenderci la “difficoltà” dell'operazione è grossomodo la stessa che abbiamo quando inseriamo il nostro nome utente e la nostra password per accedere, ad esempio, alla nostra casella e-mail: i dati sono verificati sul momento e ci viene consentito o negato l'accesso di conseguenza. A nessuno di noi piacerebbe avere un fornitore di e-mail che verifichi solo durante la notte che la password inserita sia corretta e nel frattempo faccia leggere la nostra posta a tutti. Inoltre avrebbe più senso che questa verifica sia fatta al momento della registrazione, prima che sia rilasciato il codice personale (offrendo anche maggiori garanzie rispetto alla segretezza del voto espresso).
In ogni caso, sarebbe stato possibile votare per chiunque di cui si conosca un documento?
Visti i dati richiesti per la registrazione (numero di carta d'identità, nome, cognome, sesso, indirizzo di residenza, data e luogo di nascita) è certamente possibile. Tutti i dati sono normalmente disponibili sulla carta d'identità di ciascuno di noi: forniamo questi dati a terzi, spesso con una copia del documento stesso, in molte occasioni della nostra vita, ad esempio per l'iscrizione alla biblioteca o a una palestra, oppure per la stipula di contratti di lavoro, di acquisto o di affitto di beni. Non è nemmeno richiesto un dato che si trovi su un altro documento, ad esempio il codice fiscale, con cui si possa fare un controllo incrociato. Chiunque sia in possesso di tali dati potrebbe senza troppi ostacoli registrarsi e votare a nostro nome e a nostra insaputa.