TREVISO – “La Lega era già tenuta in piedi in modo artificiale da Bossi, con la piccola speranza di arrivare a qualcosa che assomigliasse al federalismo, ma ora è morta e noi siamo la naturale alternativa: i trevigiani posso stare tranquilli guardando a chi ha preparato un programma politico basato sull'indipendenza e non sugli slogan”.

E' praticamente un epitaffio funebre quello che Gianluca Busato, portavoce di Veneto Stato, candidato sindaco a Silea, cuce addosso al Carroccio dopo lo scandalo dei rimborsi elettorali culminato con le dimissioni di Bossi. Per lui, passato qualche anno fa per la Lega prima di abbracciare l'indipendentismo pacifico ma “duro e puro”, non c'è rifondazione che tenga. Né con Maroni né con Tosi. E, per dirla in salsa trevigiana, né con Muraro né con il neosegretario Granello.

“Ho comprensione umana per loro perché sono aggrappati a un passato che non c'è più – incalza – a quella che è stata un'età dell'oro ma anche adesso non c'è più e non può più esserci, tanto meno con l'arrivo di piccoli Badoglio senza sostanza: hanno provato a resistere ma sono stati spazzati via nel giro di una notte”. L'epitaffio politico riguarda anche l'asse di ferro “bossiano” tenuto in piedi da Gobbo e Da Re? “Loro, come Gentilini, sanno già che Ca' Sugana è ormai persa – punge Busato – e poi “co manca el mejo i gai taca becarse”: avvertono la carenza del consenso, scemato già da tempo ma calato ancora di più oggi con la decapitazione di una formazione politica che non ha portato a nulla”.

Mentre Veneto Stato ha un nome che, da solo, è tutto un programma. “Il nostro obiettivo è quello di indire un referendum per l'indipendenza, che Zaia potrebbe già organizzare, in modo da staccarci come sta accadendo in Scozia – conclude il portavoce degli indipendentisti, che già con le elezioni di maggio puntano a entrare nei Comuni di Silea, Conegliano, Casale e Susegana, oltre che nella Verona di Tosi – quella che stiamo vivendo è una finestra storica che dà spazio a grandi cambiamenti: non c'è alternativa all'indipendenza”.