Venezuela, Maduro riconfermato presidente con il 51,2% dei voti
L'annuncio dell'autorità elettorale, controllata dal governo, con l'80% delle schede scrutinate. L'opposizione denuncia irregolarità. Blinken: "Conteggio dei voti sia equo e trasparente"
| AdnKronos |
VENEZUELA - Nicolás Maduro è stato rieletto presidente del Venezuela. Lo ha annunciato l'autorità elettorale del Paese, nonostante le accuse di irregolarità elettorali da parte dell'opposizione.
Con l'80% delle schede scrutinate il presidente uscente ha ottenuto oltre il 51% dei voti, superando il candidato della Piattaforma Democratica Unitaria (PUD) Edmundo González Urrutia, che ha ottenuto il 44,02%. L'affluenza alle urne è stata del 59%.
Maduro ricoprirà la carica per un terzo mandato consecutivo di sei anni, rappresentando la continuità del "Chavismo" al potere, iniziato nel 1999 per mano dell'ex presidente Hugo Chávez. Maduro è al potere dalla morte di Chávez nel 2013.
Nella capitale Caracas, i sostenitori dell'opposizione sono stati visti piangere e abbracciarsi dopo l'annuncio dei risultati. Gli elettori si erano presentati in massa, con molti che dicevano che avrebbero lasciato il paese se Maduro avesse vinto, sottolineando la violenta repressione e il crollo economico sotto il suo governo.
Domenica sera, i leader dell'opposizione hanno affermato che si sono verificate irregolarità nelle elezioni, tra cui il divieto di accesso ai testimoni dell'opposizione presso la sede del Consiglio elettorale nazionale (Cne) mentre l'autorità contava i voti e il blocco dell'invio dei dati dai seggi elettorali locali alla sede centrale del Cne per impedire l'elaborazione di ulteriori voti.
Durante tutto il processo elettorale, sono aumentate le preoccupazioni circa il fatto che l'opposizione non avrebbe assistito a una competizione equa, poiché il governo di Maduro controlla tutte le istituzioni pubbliche in Venezuela ed è stato accusato di aver truccato le precedenti votazioni, accuse da lui negate.
Dopo che il Cne ha annunciato la vittoria di Maduro, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha chiesto all'autorità di pubblicare i tabulati dei voti, affermando che è "di vitale importanza" che ogni voto fosse conteggiato "in modo equo e trasparente".
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