Vittorio Veneto, 10 anni fa esatti l'esercito lasciava la città
I numerosi immobili vuoti, dalle caserme agli appartamenti, testimoni di quel passato
| Claudia Borsoi |
VITTORIO VENETO – Dieci anni fa esatti, il 28 settembre 2013, con una solenne cerimonia in piazza del Popolo l’esercito italiano salutava, dopo cinquant’anni di permanenza in città, Vittorio Veneto. Da allora la città è risultata più povera nel suo tessuto sociale ed economico, dall’altro più ricca di immobili vuoti.
Nel settembre 1953 l’esercito stabilì a Vittorio Veneto la sede del V Corpo d’Armata per vigilare sul confine orientale dell’Italia ai tempi della Guerra Fredda. Più recentemente aveva assunto la nuova dicitura di 1° Fod.
Con la dipartita dell’esercito, Vittorio Veneto ha perso un suo ruolo di prestigio a livello nazionale, oltre alla presenza di migliaia di militari che risiedevano in città con le loro famiglie e l’indotto da essi generato: figli che frequentavano le scuole in città, acquisti nei negozi, occupazione di immobili e molto altro.
Dieci anni dopo, di quella presenza rimangono tanti immobili vuoti. Fra meno di un mese andranno all’asta i palazzi Doro Altan (già abitazione del comandante), Marinotti (sede del circolo sottoufficiali) e Piccin (quartier generale del V Corpo d’Armata), mentre buona parte dell’ex caserma Gotti e l’ex aerocampo di San Giacomo di Veglia sono ora di proprietà del comune di Vittorio Veneto. Destino ancora nebuloso per l’ex caserma Tandura e l’immobile principale della Gotti di proprietà dello Stato. Chiuse sono anche le numerose palazzine in cui risiedevano i militari, dal palazzo a sei piani di via Duca d’Aosta (con decine di appartamenti) a quelle lungo via Galilei. Immobili su cui, dieci anni dopo, è solo la vegetazione a regnare.