Il 1° FOD saluta Vittorio Veneto
Svolta sabato la cerimonia di addio, oggi la chiusura effettiva del Comando
| Julia Gardiner |
Anche il cielo sembra aver deciso di assecondare l’umore mesto di vittoriesi e militari che si accingono, in queste ore, a chiudere per sempre l’esperienza sessantennale del V Corpo d’Armata prima e del 1° FOD poi a Vittorio Veneto.
La Città ha dato sabato, sotto un cielo grigio e cupo, l’addio a quello che fu uno dei più importanti comandi dell’Esercito Italiano, impegnato prima a difendere la frontiera dal pericolo dell’invasione da Est e, poi, a gestire e coordinare, attraverso le attività del 1° Comando Forze di difesa, gli interventi di soccorso e ripristino della normalità nelle emergenze che si verificano per disastri naturali e eventi sismici, oltre alla bonifica da ordigni bellici rinvenuti nel territorio nazionale, e, sul piano internazionale, la preparazione di importanti missioni di pace in territori come Libano e Kossovo.
Con l’occasione, il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Gen. C.A. Claudio Graziano, ha consegnato alla Città della Vittoria la Croce d’oro al merito dell’Esercito, per riconoscere e premiare una città dalle “antiche radici militari, teatro e testimone di gesta eroiche, che ha coltivato l'amor di patria con sentimento di fratellanza per i soldati che hanno operato sul proprio territorio fornendo un insostituibile supporto ai reparti dell'Esercito e favorendo la nascita di uno storico connubio tra alti comandi dell'Esercito e popolazione locale”.
Generiche motivazioni di “contenimento della spesa” sono state citate dal Gen. C.A. Claudio Graziano nel corso della cerimonia per giustificare la soppressione del comando e la nascita di due nuovi comandi, a Firenze e Padova, che ne assorbiranno le competenze.
E dopo la mesta cerimonia di sabato, si compiono in queste ore, sotto la pioggia, gli ultimi momenti di vita del Comando, che cessa le proprie funzioni proprio oggi, lunedì 30 settembre.
Se il simbolo del Comando è la Vittoria Alata e il suo motto “SIT NOMEN OMEN” (Sia il tuo nome un auspicio), bisogna dire che, a dispetto di essi, la conclusione di questa vicenda per Vittorio Veneto è tutt’altro che una vittoria.