PIEVE DI SOLIGO – “No” alle aperture domenicali dei negozi. Prende avvio domenica 13 gennaio anche a Pieve di Soligo la campagna nazionale “Liberaladomenica” promossa da Confesercenti con il sostegno ufficiale della Conferenza Episcopale Italiana. Una raccolta firme contro la liberalizzazione degli orari di apertura dei negozi che, secondo i promotori di questa campagna, avrebbe creato più svantaggi che i tanti vantaggi economici e occupazionali prospettati all’inizio dello scorso anno.

Anche a Pieve di Soligo la Chiesa si schiera a favore di “Liberaladomenica”. Il parroco del duomo, don Giuseppe Nadal, non esita a condannare questa esasperazione ai consumi che ha fatto venire meno la santificazione delle feste. «Sono ladri non solo quelli che entrano nella nostra case di notte o assalgono i negozi di giorno, ma in questi tempi privi di valori, i peggiori ladri sono quelli che ci rubano l’anima senza che noi ce ne accorgiamo – scrive don Giuseppe nel bollettino parrocchiale - : per la sete di guadagno i negozi rimangono aperti tutte le domeniche e non si tiene conto che i commercianti e i loro dipendenti non possono più vivere momenti belli in famiglia e non sanno più cosa vuol dire “santificare la festa”».

Con la liberalizzazione degli orari, anche i piccoli negozi di paese, per non essere schiacciati dai centri commerciali, si sono visti costretti a tenere aperto la domenica o a prolungare l’orario, senza però notare quel rilancio dell’economia e delle vendite annunciato.

Il primo appuntamento con la campagna “Liberaladomenica” a Pieve di Soligo è per domenica con banchetto davanti al duomo. L’obiettivo è raccogliere almeno 50 mila firme per chiedere una proposta di legge popolare contro le aperture festive e senza limiti di orario dei negozi. «Chiudere la domenica – affermano gli esercenti – quando non è strettamente necessario è importante per noi, perché ci permette di riposare, di stare in famiglia, di condividere tempo libero e interessi. Chiudiamo la domenica per continuare ad aprire bene domani».