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01 febbraio 2025

Conegliano

“MEDICI SI’, SPIE NO”

Manifestazione no-global al Pronto soccorso di Conegliano

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“MEDICI SI’, SPIE NO”

Conegliano - Una cinquantina i no global che hanno manifestato oggi pomeriggio davanti all’ospedale contro il provvedimento voluto dalla Lega Nord che impone ai medici di denunciare i pazienti clandestini. Sono arrivati dai paesi limitrofi ma anche da Treviso e Padova per partecipare alla manifestazione promossa da Ubik Lab e per esprimere il proprio dissenso contro la denuncia e l’espulsione di una ragazza nigeriana che si era fatta visitare nel pronto soccorso coneglianese. “Un episodio grave – hanno dichiarato i manifestanti -, che non passa e non passerà inosservato”.


Dopo aver preso accordi su come e dove manifestare con le forze dell’ordine (carabinieri e polizia), presenti in numero massiccio per evitare qualsiasi tensione o scontro, i no global hanno esposto uno striscione: “La salute è un diritto. Siamo medici non spie”. “Questo provvedimento – ha commentato Sergio Zulian dell’Associazione M21 -, è frutto della politica della paura della Lega Nord, che punta il dito contro l’immigrato. Quello che è successo a Conegliano, ma anche in tante altre città italiane, è odioso e va contro ogni deontologia professionale, contro lo stesso giuramento di Ippocrate che tutti i medici sono chiamati a pronunciare”.

I manifestanti hanno fatto volantinaggio tra i passanti che, stupiti per la massiccia presenza di agenti schierati in assetto difensivo davanti al pronto soccorso chiedevano “Cosa è successo?” e hanno tenuto brevi dichiarazioni con un megafono. Poche le persone che si sono fermate ad ascoltarli, ma molti hanno accettato volentieri il volantino in cui si condanna il provvedimento e l’episodio coneglianese. Tra i no global anche rappresentanti dell’Associazione Difesa Lavoratori, di Altra Treviso e un gruppo di infermieri provenienti da Padova: “Nel nostro ospedale abbiamo già chiesto ai medici che la norma non venga applicata ed abbiamo proposto di installare dei cartelli, ben visibili, con la scritta ‘Qui non denunciamo nessuno’.

Questo provvedimento va contro il diritto alla salute e rischia di provocare gravi problemi sanitari per tutti, inducendo i clandestini a non rivolgersi agli ospedali per paura di essere denunciati”. A manifestare anche un gruppo di immigrati, indiani e del Burkina Faso, uno di loro ha preso il megafono per ribadire che “Quando un bambino nasce in Italia è italiano e ha diritto ad essere curato come la madre, un Paese non è solo un documento”. Non sono bastate quindi ai no global le dichiarazioni dell’azienda sanitaria che ha smentito la denuncia da parte del medico che avrebbe chiesto l’intervento delle forze dell’ordine solo per motivi sanitari e di sicurezza della paziente, in quanto la giovane che rifiutava di dare le proprie generalità, sembrava minorenne. “Sono inutili le spiegazioni e i cavilli addotti dall’azienda sanitaria per spiegare un episodio che è e rimane gravissimo”.


Dopo oltre un’ora di manifestazione pacifica e tranquilla, i manifestanti hanno sgomberato e alla chetichella se ne sono andati. Lasciando sul posto il massiccio dispiegamento di forze dell’ordine. Così i vertici dell’azienda sanitaria arrivati in blocco, il direttore generale Angelo Del Favero, il direttore Sandro Cinquetti, la responsabile dei servizi sociali Marisa Durante e il direttore degli ospedali Maria Grazia Carraro hanno potuto tirare un sospiro di sollievo.

Milvana Citter

 


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