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29 marzo 2024

Treviso

“Paure, sensi di colpa e incubi”: il coraggio di Alessia contro la depressione post partum

L'Ulss 2 offre uno screening alle neo mamme e un ambulatorio dedicato per una presa in carico tempestiva ed efficace

| Isabella Loschi |

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| Isabella Loschi |

ulss 2

TREVISO - Alessia, nome di fantasia, è una neomamma di 32 anni che ha avuto il coraggio di chiedere aiuto e “combattere” l’ombra nera che l’aveva rapita e la stava allontanando dalla sua piccolina. La sua è una delle storie che si intrecciano e si snodano nell’ambulatorio Sirio dedicato alla diagnosi precoce e alla cura della depressione post partum (DPP), attivo presso il Dipartimento di Salute Mentale dell’Ulss 2. “La gravidanza non era stata pianificata - racconta - ma eravamo comunque felici della notizia. Presto però ho iniziato a sentirmi male: ero molto stanca ed esausta, avevo la nausea e spesso il fiato corto per l’ansia. Ne ho parlato apertamente, ma nessuno sembrava capirmi davvero. Eppure non ero così infelice di essere incinta... era tutto un mistero per me. Due mesi prima della data prevista per il parto, mio padre è morto inaspettatamente di Covid. È stato terribile perderlo, ero addolorata e triste. Ero così stanca ed esausta che la mia ginecologa mi ha messo in aspettativa anticipata dal lavoro per permettermi di riposare. Il parto è stato lungo e faticoso, ma una volta arrivata la bambina mi sono finalmente sentita come la vecchia me stessa: che gioia! Grazie all'ossitocina, mi sentivo davvero sollevata. L'allattamento al seno non ha funzionato. Di notte ogni due ore davo la poppata alla piccola e durava un'ora e mezza, poi mi sdraiavo e riposavo per 30 minuti, poi ricominciavo tutto da capo. I giorni passavano e ad un certo punto, non riuscivo a capire perché, nonostante il mio sogno più grande fin da bambina fosse proprio quello di diventare mamma, mi sentivo triste, incapace, pensavo di non essere in grado di crescere mia figlia. Mi guardavo allo specchio e mi vedevo una persona che non valeva niente. Mi sentivo in colpa per tutto...Ho provato a pensare che fosse solamente un momento di stanchezza, un residuo del parto, ma i giorni passavano e quelle paure e sogni estremi, quelle idee oscure e pesanti mi perseguitavano continuamente e stavo sempre peggio. Così ho deciso di rivolgermi ad un medico per capire cosa mi stava capitando”. Alessia, tramite l’ambulatorio Sirio, ha iniziato un percorso di psicoterapia individuale supportato da un trattamento farmacologico che le hanno permesso di rivivere la maternità in modo positivo.

 

SCREENING POST PARTO E AMBULATORIO DEDICATO

Due le strategie che l’Ulss 2 ha messo in atto, al fine di garantire l’individuazione precoce delle neo mamme con disturbi depressivi e una presa in carico ottimale: uno screening esteso subito dopo il parto e l’attivazione dell’ambulatorio dedicato. Tutte le puerpere che afferiscono ai punti nascita dell’Ulss 2 effettuano, entro 72 ore dal parto, uno screening psicologico atto a rilevare condizioni di “fragilità e vulnerabilità”; le neo mamme risultate “a rischio” vengono prese in carico e seguite nei 12 mesi successivi attraverso attività di follow up, test psicologici specifici, percorsi psicologici e di psicoterapia personalizzati aventi come attore principale la donna e, successivamente, la diade mamma-bambino. Perché è così importante effettuare lo screening entro 72 ore dal parto e non attendere, invece, qualche settimana dopo il rientro a casa? “L’obiettivo - spiega la dott.ssa Spano, psichiatra responsabile dell’ambulatorio dedicato - è quello di raggiungere un numero copioso di neomamme, rivolgendosi soprattutto a quelle donne in “difficoltà” che difficilmente chiedono aiuto ai Servizi. Lo screening, quindi, nei punti nascita diventa una modalità strategica, non l’unica, per coinvolgere tutte le donne che partoriscono. Fondamentale è intercettare situazioni di marginalità, donne vittime di violenza, storie di emarginazione sociale non fermandosi solo a quel gruppo di mamme che per caratteristiche personali hanno già una propensione all’accedere ai servizi”. La presa in carico viene effettuata dal personale dell’ambulatorio denominato Sirio, diretto dalla dottoressa Spano, medico psichiatra. Il servizio nasce come progetto pilota, in ambito regionale, e opera in stretta sinergia con le unità operative di Ginecologia e Ostetricia e con il Consultorio Familiare. “Il nostro obiettivo - prosegue Spano - è intervenire precocemente in situazioni di fragilità e vulnerabilità psicologica e di “prendere in carico” le neomamme con quadri psicopatologici evolutivi, come indicato da tutte le linee guida internazionali in quanto più appropriato per la possibilità di individuare e trattare precocemente i casi a rischio, per minimizzare la cronicizzazione del disturbo e ridurre la stigmatizzazione e il conseguente ricorso tardivo alle cure. Il percorso è rivolto a tutte le donne ad alto rischio per le quali è necessaria una presa in carico immediata e multiprofessionale, oltre che una dimissione protetta con una forte integrazione tra attività ospedaliera e territoriale. Il servizio si avvale anche della “telemedicina” per una modalità di accesso “facilitata”, soprattutto nel rientro a domicilio nell’immediato post partum”.

 

I DATI

I dati epidemiologici della letteratura riportano una prevalenza della depressione post partum tra il 10 e il 15%. Se si considera che ogni anno partorisce in Italia circa un milione di donne si intuisce subito la portata del problema: circa 150 mila soffrono di gravi forme depressive (circa 1000 invece sono i casi di psicosi puerperale, patologia più grave e complessa). “I dati dell’ambulatorio Sirio trovano corrispondenza con quelli della letteratura internazionale ed evidenziano - sottolinea la dott.ssa Spano - il perdurare di un numero copioso di mamme in situazioni di fragilità e vulnerabilità psicosociale anche in fase post pandemica e ci porta necessariamente a fare alcune considerazioni. Innanzitutto occuparsi dell’individuazione precoce di fasce a “rischio” di neomamme, della loro presa in carico precoce e dei percorsi mirati per la DPP è necessario e indispensabile. In secondo luogo, occuparci delle neomamme con DPP significa “cura della diade mamma-bambino”. Infatti gli studi internazionali dimostrano come la DPP può incidere negativamente sullo sviluppo neuro-cognitivo e comportamentale del neonato, ad esempio è stata associata a problemi comportamentali e ritardi di sviluppo psico-affettivo”.

 


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Isabella Loschi

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